Lutto in paese, Angelo si spegne a 35 anni

GRAZZANISE (Raffaele Raimondo). Alle ore 13 di oggi, 13 gennaio 2021, presso il cimitero di Grazzanise avrà luogo la benedizione delle spoglie fisiche del giovane Angelo Parente spentosi ad appena 35 anni di età, “nel mezzo del cammin di nostra vita” come scrisse Dante di cui si ricorda quest’anno il 700° anno dalla morte. La salma della “mascotte” di fatto dell’associazione sportiva Free Minds Basket (che ha fatto affiggere un toccante manifesto di affettuosa condivisione) giungerà dal Policlinico Gemelli di Roma dove il biondo “amico di tutti” si è spento, non potendo così più vivere su questo pianeta “la seconda parte della nostra esistenza”. Ad attendere il feretro vi saranno, pur nel rigoroso rispetto delle norme anti-covid 19, tanti familiari ed amici che – durante la benedizione che officerà il nuovo parroco dell’Annunziata, don Valerio Lucca – si uniranno nel dolore agli affranti genitori Antonio e Teresa, alle sue amate sorelle, alle incredule nonne, agli zii, a cugine, cugini, amiche ed amici fiaccati dalla sofferenza.

 

Angelo ha disteso le ali ed ha spiccato il volo per un Mondo Migliore, suscitando rimpianto profondo come l’autentica ammirazione che in paese si nutriva per lui e per la sua bella famiglia. La notizia della travolgente malattia che l’aveva colpito non era nota alla maggioranza dei grazzanisani; la sapevano, con pesante tormento, solamente gli stretti familiari e poche altre persone; quando si è diffusa ha perciò destato quasi il rifiuto di crederla vera.

 

Ma lo sgomento che, scomparendo l’Angelo di nome e nella realtà, si è determinato in tutta Grazzanise non è comprensibile appieno se, oltre alla giovane vita stroncatasi, non si considera a dovere che egli nacque con una disabilità. Quanto bastò per sconfortare i suoi che sùbito trovarono volontà e forza d’animo per rendergli quanto più possibile felice l’infanzia, la fanciullezza, l’adolescenza. Cure d’ogni genere, controlli, riabilitazioni a non finire, sicché la vita personale, familiare, sociale e culturale del bimbo fu presto improntata alla massima “normalità” realizzabile. In tal modo impostato il ménage, si accrebbero, da parte dei concittadini, la considerazione, l’ammirazione, la sincera solidarietà. Pareva insomma che quel condizionamento genetico fosse stato sgominato ed in sostanza così è stato, anche con supporti partecipativi che Angelo riceveva in ogni ambiente e sede, compresa quella dell’associazione sportiva Free Minds cui era particolarmente legato. Un miracolo di umanità e di approccio, dunque, fino alla tempesta sopraggiunta negli ultimissimi tempi che si pensava di poter superare mediante un intervento chirurgico presso un centro ospedaliero di eccellenza. Così, purtroppo, non è stato e il mite, generoso, angelico giovane ha dovuto lasciare questo mondo, per volare Lassù ad ottenere dall’Eterno il premio di un’esistenza difficile ma a stampo davvero fraterno. Nessuno che l’abbia conosciuto e gli abbia voluto bene lo dimenticherà. Egli resterà vivo nel ricordo unanime come un modello, perché ha saputo vivere coltivando nobili sentimenti e donando il suo sorprendente spirito a chiunque con lui ha compiuto un tratto del suo cammino terreno, arduo ma esaltante.

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