Ristorante rivenduto al boss, chiesta condanna per la moglie dell’ex carabiniere

 

MADDALONI. Rischia sei anni di reclusione Emilia D’Albenzio, chef maddalonese e moglie dell’ex carabiniere infedele Lazzaro Cioffi. Nella giornata di ieri il procuratore generale ha invocato la conferma della condanna per la donna, accusata di intestazione fittizia e riciclaggio.

Dopo la requisitoria davanti alla Corte di Appello c’è stata l’arringa difensiva dell’avvocato Franco Liguori. L’ex carabiniere Cioffi è a processo da solo.  Secondo le indagini della Procura della Dda di Napoli, Cioffi avrebbe informato esponenti del clan Ciccarelli di indagini riservate e su imminenti perquisizioni da farsi al ras del Parco Verde di Caivano Pasquale Fucito. I fatti contestati a Cioffi risalgono a quando il 57enne era in forza al nucleo investigativo dei carabinieri di Castello di Cisterna, ruolo che ha ricoperto fino al giorno dell’arresto scattato il 19 aprile del 2018. Secondo le indagini nel corso degli anni Cioffi avrebbe dato soffiate alle cosche e rivelato retroscena su blitz ed inchieste, inquinando dunque le indagini.

Un’altra contestazione mossa a Cioffi e alla moglie, in concorso con Fucito, riguarda la compravendita di un ristorante a Casagiove sulla Nazionale Appia: secondo l’accusa lo avrebbero acquistato a 60mila euro per poi rivenderlo per 120mila euro a Fucito.

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