Premio e nuova hit per I Desideri ma Sanremo resta un sogno

 

MARCIANISE. La giuria tradisce I Desideri. Salvatore e Giuliano, figli di Nico Desideri (all’anagrafe Nicola Iadicicco) devono dire addio a Sanremo a un passo dal sogno. Il televoto ha premiato la loro “Lo stesso cielo” ma la giuria composta da Barbarossa e Pelù ha bocciato il pezzo riservando ad altri 8 artisti l’ingresso nella categoria Sanremo Giovani.

 

I due giovani marcianisani hanno però di che consolarsi. Il premio TimMusic per il brano più ascoltato sulla app di Tim tra i dieci finalisti di Sanremo Giovani è stato assegnato infatti proprio al loro “Lo stesso cielo”. Il brano porta la firma di Tony Maiello, Salvatore e Giuliano Desideri. I Desideri sono in gara per accedere alla categoria Nuove Proposte nella la serata finale di Sanremo Giovani condotta da Amadeus, in onda questa sera, in prima serata su Rai1 in diretta dal Casinò della cittadina ligure, che decreterà i 6 giovani che saliranno sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo. Tema portante del brano, una piaga dei nostri giorni: il cyber bullismo. ‘

 

“Spesso sottovalutato ma, molto pericoloso. Comportamenti di prepotenza volti ad intimorire, mettere in imbarazzo, escludere, molestare altre persone, spesso coetanee, fanno sentire forti alcuni ma, in realtà dimostrano la ‘bassezza’ di questi individui – raccontano i fratelli Desideri – ‘Sotto lo stesso cielo’ vuole sottolineare quanto tutte le persone, ognuna con i propri pregi e difetti, con le proprie forze ma anche debolezze, siano uguali e non deve esistere che qualcuno debba sopraffare chi magari non ha la forza di reagire a queste vere e proprie ‘violenze’. Abbiamo voluto aprire gli occhi e le menti di tanti ragazzi come noi che, magari inconsapevolmente, cadono in queste situazioni soprattutto considerando che internet e le nuove tecnologie sono al centro delle nostre giornate ma, non sempre se ne fa un uso corretto e dietro ad un computer, un tablet o uno smartphone può nascondersi un ‘nemico’, una persona che non ci vuole bene e non ci rispetta. A queste persone bisogna ricordare che siamo tutti ‘sotto lo stesso cielo’. E poi, lo abbiamo cantato anche un po’ in napoletano per renderlo più autentico e vicino alla nostra identità”.

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