CAPODRISE. Capodrise in lutto per Anna Colella. La 64enne, residente nel rione San Donato, si è spenta dopo una lunga battaglia contro il male. Così la ricorda don Antonio Piccirillo, già parroco della chiesa dell’Immacolata a Capodrise e ora sacerdote della chiesa di San Simeone a Marcianise.
“Ciao Anna! Corri incontro al tuo Gesù
Ho conosciuto Anna il primo anno che andai parroco all’Immacolata di Capodrise, nel 2004. Di buon mattino, fu lei a presentarsi accompagnata dall’inseparabile Antonio. Era contenta che la Chiesa fosse dedicata alla Madonna e con un grande gioia diceva “siamo in buone mani!”. Le sue origini ercolanesi furono subito chiare! Manifestava apertura, schiettezza, disponibilità al colloquio, non sempre riscontrabili in un contesto sociale poco visitato e provocato da stimoli esterni.
Da allora fu un susseguirsi di incontri, di momenti di confronto, di cenacoli di preghiera. Entusiasta della vita, roccia della fede, un fiume di affetto, nonostante non fossero mancate prove, anche cogenti, come la salute precaria di Antonio.
Anna si spegne a 64 anni dopo due anni di malattia, ferita nel corpo dal terribile cancro che in tutti i modi ha cercato dei santuari nelle sue membra dove potersi poi espandere e sottrarre vita. Anna voleva bene. Il desiderio del bene abitava le profondità del suo animo, follemente innamorato della parola di Cristo, delle beatitudini, della ricerca incessante del regno dei cieli. Ha vissuto il Vangelo, ha testimoniato la Parola con una coerenza che solo gli umili, i semplici, i piccoli conoscono. Aveva parole di comprensione per tutti. Per me sacerdote è stata una maestra di vita spirituale.
Ero con il pensiero già da diversi giorni, da quando mi confidò che aveva iniziato le terapie palliative a casa. Non compresi subito la gravità perché riferi’ di quest’ultimo stadio della sua malattia con parole e soavità d’animo: non voleva che qualcuno avesse a dispiacersi o preoccuparsi. La sofferenza era inevitabile, da quel momento, la preoccupazione anche che potesse finire.
A sostenerla sul letto di dolore i suoi figli, pezzi del suo cuore, Elvira, Ignazio e Chiara. Sono rimasto senza parole quando ho appreso che la tenacissima Chiara aveva rinunciato ad un incarico professionale per accudire la mamma. Valgono poco le parole per comprendere i legami familiari; i fatti, i gesti, i gesti – ripeto – i gesti hanno un’eloquenza potentissima.
Anna muore poco tempo dopo la morte della sorella Carmela, circa un anno dopo la morte anche di un altro stretto collaboratore, Edoardo Argento. Ora canta insieme agli Angeli in cielo la gloria di Dio, la cui voce ha sempre accompagnato i suoi passi e confortato il suo cuore.
La famiglia, pur nel dolore del distacco, può dire grazie al Signore per la mamma, per il suo cuore grande che non smetteva di dire a chi incontrava “un pezzetto del mio cuore è vostro”. Lo diceva sempre anche a me. Grazie, Anna! Ti sono debitore di tanti insegnamenti, ma soprattutto del “pezzetto di cuore”, unica offerta gradita a Dio.”