NAZIONALE. Tre scenari di rischio in base ai quali suddividere le Regioni e adottare misure più o meno restrittive con un’ordinanza del ministero della Salute, e disposizioni nazionali che vanno dalla chiusura dei centri commerciali nel weekend al coprifuoco serale. Sono i principali punti, ancora in via di definizione, su cui lavora il governo per il Dpcm che dovrebbe entrare in vigore mercoledì.
Tre le fasce di rischio: alto o molto alto per più di tre settimane consecutive, alto o molto alto per meno di tre settimane consecutive, e moderato
Le Regioni verranno assegnate all’una o l’altra fascia sulla base di di 21 differenti parametri, tra cui: numero di casi sintomatici notificati per mese; numero dei casi con storia di ricovero ospedaliero; numero di strutture residenziali socio-sanitarie che riscontrano almeno una criticità settimanale; percentuale di tamponi positivi; tempo medio tra data di inizio dei sintomi e data di diagnosi; indice di replicabilità; numero di nuovi focolai di trasmissione e non ultimo per importanza occupazione di posti letto di area medica o terapia intensiva, sulla base dell’effettiva disponibilità del singolo territorio e struttura ospedaliera.
L’inserimento di una Regione all’interno di una delle tre aree, con la conseguente, automatica applicazione delle misure previste per quella specifica fascia, avverrà con ordinanza del ministro della Salute e dipenderà esclusivamente e oggettivamente dal coefficiente di rischio raggiunto dalla Regione, all’esito della combinazione dei diversi parametri. L’effetto, ha annunciato Conte, sarà quello di intervenire a più riprese e in maniera più graduale, quindi con restrizioni e allentamenti in base alla soglia di criticità: sempre con ordinanza del ministro della Salute sarà possibile uscire da un’area di rischio ed entrare in un’altra, qualora, la Regione registri coefficienti compatibili con il passaggio di fascia.
La discussione sulle restrizioni per le regioni più a rischio è ancora in corso. Nei documenti dell’Iss si parlava di chiusura scuole/università; limitazioni della mobilità da/per zone ad alta trasmissione ed eventuale ripristino del lavoro agile in aree specifiche; zone rosse per almeno 3 settimane con monitoraggio attento nella fase di riapertura.
Al momento sono 13 le Regioni che superano l’indice di contagio Rt di 1,5 facendo scattare l’allarme: il Piemonte è addirittura a 2,16 e la Lombardia a 2,09. Secondo l’ultimo monitoraggio Iss, 11 Regioni o province autonome sono classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata di SARS-CoV-2: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Val d’Aosta, Veneto. Otto sono classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Bolzano, Trento, Umbria.
Stop agli spostamenti da e verso regioni che presentano elevati coefficienti di rischio, salvo che non vi siano comprovate esigenze lavorative, motivi di studio o salute, situazioni di necessità
Limiti alla circolazione delle persone nella fascia serale più tarda – le trattative sull’orario sono ancora in corso, l’ipotesi più probabile sembra essere quella delle 21 – salvo anche in questo caso che nelle medesime situazioni delle comprovate esigenze lavorative, motivi di studio o salute, situazioni di necessità.
In tutto il Paese ci sarà la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali ad eccezione di farmacie, parafarmacie, negozi di genere alimentari, tabacchi ed edicole che si trovano all’interno.
In coerenza con la chiusura delle sale da gioco e delle sale bingo già prevista dal precedente Dpcm, chiudono i corner per scommesse e videogiochi ovunque siano collocati.
Chiudono ai visitatori
Riduzione fino al 50% del limite di capienza dei mezzi di trasporto locali.
Le scuole secondarie di secondo grado possono passare anche integralmente alla didattica a distanza.