Piano del governo se contagio sale: Natale a numero chiuso in famiglia e attività chiuse per gradi. Date e ipotesi
NAZIONALE. Il governo ha un piano se la situazione Covid dovesse precipitare e portare l’Italia ai numeri con i quali attualmente si trovano a convivere i nostri vicini Spagna e Francia. Ovviamente si proverà a scongiurare fino all’ultimo questo scenario sperando che l’avanzata del contagio sia meno drammatica rispetto a quanto sta avvenendo nel resto d’Europa.
Potrebbe esserci per la prima volta un Natale “a numero chiuso”. Gli esperti del ministero temono il contagio in famiglia e per questo sono pronti a imporre dei limiti non solo alle cerimonie, ma anche ai pranzi e ai banchetti familiari. Con grande attenzione per le festività natalizie, momento nel quale il contagio potrebbe esplodere Potrebbero esserci restrizioni col divieto di assembramenti e riunioni familiari ristrette tra le 6 e le 10 persone.
I primi sacrifici potrebbero riguardare bar e locali della movida, sulla scia dell’ordinanza di De Luca in Campania, anche se non abbasseranno le saracinesche. Non è da escludere nel periodo più delicato la chiusura anticipata alle 22. Teme la ristorazione, ma le prime attività per le quali verrà presa in considerazione la chiusura sono palestre, cinema e teatri, questi ultimi già alle prese con una crisi senza precedenti. Rischiano anche centri estetici e parrucchieri, mentre per bar e ristoranti la chiusura potrebbe avvenire solo in condizioni estreme. Restrizioni più stringenti anche per funerali e matrimoni
Difficilmente rivedremo le autocertificazioni così come un lockdown generalizzato. Molto improbabile anche assistere a limiti allo spostamento tra regioni visto che ormai il virus è diffuso a macchia di leopardo in tutta la Penisola. I lockdown locali e le zone rosse a tempo sono invece l’ambito nel quale si muoverà il Governo insieme alle Regioni.
Si proverà a tenere aperte il più a lungo possibile le scuole: le lezioni in presenza sono diventate l’esempio che Conte vuole portare in Europa e non solo sulla gestione italiana della convivenza col virus.
Non si tratta di decisioni che saranno prese nel breve periodo: gli esperti del ministero valuteranno attentamente tutto il mese di ottobre e probabilmente parte di novembre e soprattutto l’evoluzione del contagio e la saturazione delle terapie intensive. Se la situazione dovesse precipitare nella seconda parte di novembre potrebbero partire le prime chiusure “pesanti” anche per salvaguardare un Natale che sarà comunque molto difficile.