Carcere duro per il cognato del boss Belforte: allerta per lettere e colloqui

 

Carcere duro per il cognato del boss Belforte: allerta per lettere e colloqui

 

MARCIANISE. Resta al carcere duro Giuseppe Buttone, imprenditore conosciuto da tutti come “Pino” e soprattutto per le diverse parentele eccellenti all’interno dei Mazzacane.

 

Buttone, cognato del capoclan Domenico Belforte che ha sposato sua sorella Maria, aveva chiesto nel 2018 la revoca del regime del 41bis che gli era stato inflitto per la sua caratura all’interno della cosca. Buttone era ritenuto infatti l’uomo di raccordo tra politica, imprenditoria e camorra, con un ruolo centrale nell’ecomafia.

 

Il ricorso è stato discusso anche in Cassazione, sede in cui la Suprema Corte ha fatto valere le ragioni dell’accusa delineando un profilo di Buttone come detenuto sofferente di fronte alle regole del carcere duro. Nel mirino anche i messaggi veicolati all’esterno attraverso le lettere, i contatti con i detenuti durante le ore di lavoro e i colloqui con i familiari.

 

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