Intitolate 2 aree pubbliche: ci pensa il vicesindaco dal look alternativo

Cervino. Ieri sera si è svolta, nella villetta di Messercola, la cerimonia di intitolazione di due aree pubbliche di Cervino a due cittadini che si sono distinti per professionalità, umanità e impegno politico: il dottore Claudio Salerno, medico condotto, eletto consigliere provinciale dal 1975 al 1980, e il professore Filippo Valentino, sindaco di Cervino dal 1965 al 1975.

A ricordare i due illustri cittadini, alla presenza dell’intera amministrazione comunale, dei familiari e dei tanti concittadini, il vicesindaco Luigi Di Nuzzo. Il sindaco, Gennaro Piscitelli, era assente per motivi di salute.

 

Il look del vice

Un capitolo a parte lo merita il look di ieri del giovane vicesindaco, pantalone bianco panna quasi stile “zuava” con fascia tricolore del Comune abbinata. Diciamo che dal punto di vista istituzionale si è posto l’obiettivo di lanciare una nuova moda, un po più trash, oppure si è voluto premunire, visto che in caso di pioggia, via Ponte Grotta di solito diventa una piscina. Ma ieri faceva un caldo della madonna…

 

 

Ecco la circolare sull’uso della fascia

 

Circ. 4 novembre 1998, n. 5/98. Fascia tricolore.
Pubblicata nella Gazz. Uff. 18 novembre 1998, n. 270. Emanata dal Ministero dell’Interno.
Ai Prefetti della Repubblica
e, per conoscenza
Al Presidente della Commissione di Coordinamento della Valle d’Aosta
Al Commissario del Governo per la Provincia di Bolzano
Al Commissario del Governo per la Provincia di Trento
Ai Commissari del Governo nelle Regioni a statuto ordinario
Al Commissario dello Stato per la Regione Sicilia
Al Rappresentante dello Stato nella Regione Sardegna
Al Commissario del Governo nella Regione Friuli – Venezia Giulia
Al Presidente della Giunta Regionale della Valle d’Aosta
L’uso della fascia tricolore da parte del soggetto che rappresenta la comunità locale si caratterizza per il suo
valore altamente simbolico, reso ancor più evidente dalla modifica apportata dall’art. 4 della legge 15
maggio 1997, n. 127 all’art. 36, comma 7, della legge 8 giugno 1990, n. 142.
Il più recente intervento normativo, con il quale è stato espressamente disposto che «distintivo del sindaco è
la fascia tricolore con lo stemma della Repubblica e lo stemma del comune», è di carattere sostanziale e
significativo, laddove si ponga mente al processo di trasformazione ordinamentale in atto nel nostro Paese e
alla particolare valenza nella cura degli interessi pubblici conferita al sindaco con il sistema della investitura
diretta.

 

Viene attribuito ad un elemento simbolico una specifica funzione che è distintiva, siccome finalizzata a
rendere palese la differenza tra il sindaco e gli altri titolari di pubbliche cariche e che, nel contempo,
sottolinea l’impegno che il sindaco si assume nei confronti dello Stato e della comunità locale.
Non a caso la disposizione segue immediatamente, nel corpo normativo, la nuova procedura dei giuramento
del sindaco e del presidente della provincia davanti ai rispettivi consigli: le due norme risultano così
accomunate sotto il profilo del significato istituzionale.
La disciplina dell’uso della fascia tricolore non è dettata compiutamente dalle norme, ma è rinvenibile in
talune disposizioni di legge e di carattere amministrativo via via emanate e riguardanti per lo più aspetti
settoriali del problema; ed in realtà, è legata principalmente alla natura delle funzioni sindacali, di capo
dell’amministrazione comunale e di ufficiale di governo.

 

Nell’uso corrente si è affermata la consuetudine che il sindaco indossi la fascia in tutte le occasioni ufficiali,
in qualunque veste intervenga. Per il significato dei tricolore statuito dall’art. 12 della Carta Costituzionale;
ciò richiama tangibilmente nell’immaginario collettivo il principio costituzionale dell’unità ed indivisibilità
della Repubblica.
L’alto ruolo istituzionale svolto dal sindaco impone, pertanto, un uso corretto e conveniente della fascia
tricolore nell’avvertita consapevolezza della dignità e del decoro della carica, e tale da non scalfire la realtà
dello Stato come elemento di unità giuridica, nel cui ambito ogni cittadino è tenuto a partecipare al
mantenimento dei valori che lo caratterizzano e lo fondano.

 

Va tenuto presente, a tal fine, che l’art. 54 della Carta Costituzionale, nell’imporre a tutti i cittadini il dovere
di fedeltà alla Repubblica, statuisce per gli amministratori l’ulteriore dovere di adempiere con disciplina ed
onore le funzioni pubbliche ad essi affidate, Il sistema delle autonomie, infatti, anche nelle sue più avanzate
rappresentazioni e concretizzazioni, ha comunque un limite, connaturato alla stessa essenza dell’autonomia:
che è quello di dare luogo ad ordinamenti liberi di autodeterminarsi entro la cornice ben definita di un
ordinamento generale che, originario e sovrano, determina i caratteri peculiari ed il modo di essere di tutti i
soggetti che in esso si trovano a coesistere e ad operare.
Si invitano le SS.LL. a partecipare quanto precede ai vertici degli enti territoriali, sottolineando che il
delicato ruolo che l’attuale assetto ordinamentale riserva agli organi esponenziali delle comunità locali
implica sempre adeguati canoni comportamentali.
Il Ministro: Russo Jervolino

 

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