Accordo tra famiglie di 2 clan per controllare le piazze di spaccio di 6 città
CAPUA/CASAL DI PRINCIPE. Due clan, sei città, diverse piazza di spaccio e migliaia di euro di introiti. Si sofferma sul controllo della vendita di droga nella zona di Capua la relazione semestrale della Direzione Investigaiva Antimafia relativa alla seconda parte del 2016. L’attenzione degli 007 si sofferma soprattutto sull’inchiesta sugli affari delle famiglie Vitolo-Fusco che solo pochi giorni fa ha portato il tribunale ad emettere le prime condanne con rito abbreviato.
Dalla relazione Dia: “Tra gli elementi di novità, si segnala il sempre maggiore ricorso alla vendita di stupefacenti, in passato fenomeno episodico – perché in parte estraneo alla mentalità casalese – ma col tempo sistematicamente gestito dai clan locali ed a cui parteciperebbero emissari delle diverse famiglie della galassia camorristica casertana. A monte della vendita, resta ovviamente invariato l’interesse per i traffici di stupefacenti, che si affiancano all’attività estorsiva, entrambi in grado di garantire una forte liquidità di denaro, impiegato anche per il mantenimento degli affiliati e delle loro famiglie. Il 9 luglio 2019, i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare che ha svelato l’esistenza di una centrale di spaccio nell’alto casertano, gestita da una donna, moglie di un affiliato storico al clan SCHIAVONE, della quale avrebbe fatto parte anche un associato al gruppo IOVINE.”
“Il provvedimento, che scaturisce da un’indagine, avviata nel luglio 2015, ha disarticolato un’organizzazione criminale dedita a traffici di cocaina, marijuana e hashish, con piazze di spaccio ubicate nei comuni di Casal di Principe, Capua, Vitulazio, Bellona, Pignataro Maggiore e Camigliano. Nel mese di ottobre i Carabinieri hanno eseguito un altro provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti dei componenti di un’associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti (operazione “Tabula Rasa”). L’indagine, iniziata nel 2017, ha accertato l’esistenza e l’operatività di due distinte associazioni criminali dedite allo spaccio di cocaina, entrambe con sede logistica nel comune di Castel Volturno, dove operavano in regime di monopolio nelle zone di rispettiva competenza, con l’assenso della famiglia BIDOGNETTI, che riceveva in cambio periodici versamenti di somme di denaro. Nello stesso mese, i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di affiliati al gruppo SCHIAVONE.”
“Le indagini alla base, oltre a tratteggiare la nuova morfologia del citato gruppo, hanno documentato una serie di estorsioni praticate nei comuni di Trentola Ducenta, Aversa, Lusciano e una fiorente attività di spaccio di cocaina, hashish e marijuana nell’agro aversano. L’organizzazione, con notevoli disponibilità finanziarie e precisa ripartizione dei ruoli, era composta da storici affiliati al cartello dei CASALESI e da altri pregiudicati in rapporti di parentela con componenti del citato clan, detenuti al regime di cui all’art. 41 bis O.P.741. I membri dell’organizzazione, infatti, provvedevano anche al sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie. Sono emerse cointeressenze criminali con cittadini albanesi, attivi nel casertano, per la fornitura di armi, marijuana e hashish importate dall’Albania, differentemente dalla cocaina che veniva acquistata nel quartiere napoletano di Secondigliano.”