AVERSA/SANT’ANTIMO. E’ una vicenda intricata, a tratti torbida, che solo l’acume investigativo e una certosina indagine difensiva hanno permesso di ricostruire in tutte le sue sfaccettature.
Partiamo dall’ultimo (per ora) atto, andato in scena questa mattina a centinaia di chilometri da Sant’Antimo, il luogo da dove tutto è partito. Nelle scorse ore i carabinieri si sono recati in un albergo di Groppello Cairolo, in provincia di Pavia, per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Napoli Nord nei confronti di un 19enne di Sant’Antimo che lavora presso la struttura ricettiva come giardiniere.
Pesanti le ipotesi di reato formulate dalla Procura aversana nei confronti del giovanissimo: atti persecutori, violenza sessuale aggravata, estorsione e lesioni personali aggravate. A denunciarlo e’ stata una donna di 42 anni, residente nello stesso comune del Napoletano, con la quale il 19enne aveva avuto una relazione sentimentale. Il giovanissimo, ora ai domiciliari a Cassina de’ Pecchi (Milano), nella residenza del titolare della ditta per la quale lavora, aveva conosciuto la donna in quanto amica di sua madre.
La 42enne era sposata e con figli ma questo non ha frenato la loro passione che ben presto ha preso una brutta piega. Il giovanissimo ha cominciato infatti a far circolare sulle chat foto comprottenti della donna, secondo quanto appurerà la Procura, per ricattarla. Quelle immagini sono arrivate però al marito della 42enne che si è messo alla ricerca del 19enne al punto da beccarsi una denuncia per stalking e il successivo arresto.
Il ribaltamento dei ruoli però arriva poco dopo e la chiave di volta che spariglia le carte è una doppia denuncia presentata dal marito e poi dalla moglie (assistita dall’avvocato Mario Angelino) nei confronti del 19enne. Grazie a quella doppia querela le indagini si sviluppano in una direzione diversa e c’è un episodio che assume una centralità sinistra.
La 42enne, intanto trasferitasi in Veneto, riceve, secondo quanto verificato dagli investigatori, una visita a casa. Gli ospiti sono due uomini incappucciati che abusano di lei mimando atti sessuali e andando oltre. Dopo quell’aggressione choc la donna afferma di aver riconosciuto dal tatuaggio uno dei due: è il suo ex amante, il 19enne compaesano, spintosi fino alla sua nuova residenza.
A quel punto si arriva all’ordinanza eseguita questa mattina in Lombardia. Il prossimo atto potrebbe essere una revoca della misura nei confronti del marito, ancora ai domicliari per stalking nei confronti del giovanissimo.