Schiavone svela la Casalesi Spa: “Agli imprenditori offrivamo 3 pacchetti. Sui Comuni avevamo i nostri contatti”

 

CASAL DI PRINCIPE. Di quell’organizzazione criminale è stato il perno in una stagione di mezzo tra quella degli storici padrini perennemente in latitanza e quella delle nuove leve sconfitte da pentimenti e arresti. In mezzo fatti di sangue, ma soprattutto soldi: tanti soldi fatti coi colletti bianchi e con gli imprenditori.

Nicola Schiavone svela nel settembre 2018 ai magistrati della Dda il sistema della “Casalesi Spa” in un verbale diventato poi parte integrante dell’ordinanza notificata questa mattina a Tullio Iorio e Raffaele Pezzella.

 

Le 3 categorie

 

C’erano tre categorie di imprenditori: quelli che soggiacevano alla forza intimidatrice del clan e che quindi era costretto a pagare la tangente estorsiva pari a 3 o al 5% sui lavori pubblici che prendeva per sue esclusive capacità o per mera fortuna.”

 

“Questa categoria di imprenditori era per lo più radicata nella zona pedemontana di Caserta ed anche nei Comuni più grandi (Caserta, Aversa, Santa Maria C.V.) dove umanamente non si poteva controllare tutto il numero degli imprenditori che corrompevano i pubblici ufficiali grazie a proprie risorse e poi si aggiudicavano i lavori. Ad effettuata aggiudicazione venivano da noi per comunicarci l’esito della gara e per stabilire una quota da versare. Questi imprenditori versando questa quota, acquistavano visibilità verso il clan ed affidabilità da parte nostra, nel senso che da questo momento questi imprenditori venivano da noi utilizzati anche per altri lavori. Essi, inoltre, chiedevano a noi di garantire loro l’esclusiva nel rapporto con quell’amministrazione che loro avevano avvicinato per motivi corruttivi”.

 

“Esisteva poi una terza categoria di imprenditori che invece veniva scelto da noi del clan per dargli “l’intero pacchetto” ossia l’aggiudicazione di lavori grazie al nostro intervento diretto sui Comuni che noi stessi controllavamo. Costo per il maggiore servizio ricevuto versavano una percentuale maggiore al clan, a seconda del ribasso con cui si erano aggiudicati il lavoro. Voglio però specificare che, al di fuori degli imprenditori estorti, queste due ultime categorie di imprenditori erano integrate nel sistema. Non esistevano pubbliche amministrazioni di esclusiva competenza di ciascun gruppo casalese dipendeva dai contatti che avevamo”.

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