CASAL DI PRINCIPE/SAN CIPRIANO D’AVERSA. Sono quattro le persone indagate in totale dalla Dda di Napoli nell’indagine che ha portato oggi all’arresto degli imprenditori edili Raffaele Pezzella di Casal di Principe e Tullio Iorio di San Cipriano d’Aversa.
La Procura aveva chiesto per tutti il carcere, ma il gip ha applicato i domiciliari per Pezzella e Iorio e rigettato la misura per due che restano dunque indagati a piede libero. Si tratta di Vincenzo Ferri, 40enne originario di Maddaloni, e soprattutto di Alessandro Diana, professionista ed ex dirigente della Provincia di Caserta, originario di Casal di Principe.
Secondo la Procura Diana in qualità dapprima di dirigente della provincia di Caserta e poi di tecnico di fiducia incaricato di avere contatti costituiva “stabile punto di riferimento del clan Schiavone” per l’aggiudicazione di gare presso la provincia tra cui quelle per la nuova sede dell’Itis Volta di Aversa e dell’Itgc Lener di Marcianise aggiudicate a ditte di fiducia di Antonio Iovine e a un imprenditore di fiducia di Michele Zagaria. Una ricostruzione che il gip ha parzialmente riveduto decidendo di non applicare alcuna misura per il 72enne professionista.
Due imprenditori edili, Raffaele Pezzella di 55 anni e Tullio Iorio di 46, sono finiti agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione camorristica, perche’ ritenuti contigui al clan dei Casalesi, in particolare alle famiglie Schiavone e Russo.
Le indagini sono state realizzate dai carabinieri del Ros con il coordinamento della Dda di Napoli, e rappresentano un approfondimento dell’inchiesta “Medea” sulle infiltrazioni dei Casalesi negli appalti pubblici (indagine giunta a sentenza in appello con pesanti condanne per i principali imputati); i carabinieri del Ros hanno scoperto che i due costruttori sarebbero stati i referenti delle famiglie Russo e Schiavone, riuscendo, grazie all’appoggio delle cosche, ad ottenere l’affidamento di gare di appalto per la realizzazione e la manutenzione di opere commissionate dalla Amministrazione Provinciale di Caserta. Una volta aggiudicatisi i lavori, i due imprenditori hanno stabilmente versato somme di danaro contante corrispondente al 10% dell’importo di assegnazione dell’appalto ai clan, che gli garantivano la regolare e tranquilla esecuzione delle attivita’ lavorative.
Le famiglie Russo e Schiavone, e’ emerso, si erano accordate con le altre famiglie della “federazione” casalese, ovvero i Bidognetti, gli Zagaria e la famiglia Iovine, per fare in modo che Iorio e Pezzella si aggiudicassero gli appalti in tranquillita’.