La famiglia del sindaco delusa dalla sentenza: “Ecco cosa non ci convince in questa storia”
Dubbi e perplessità dei congiunti sull’omicidio del sindaco Giovanni Piscitelli
Cervino. C’è grande amarezza nella famiglia del fu sindaco Giovanni Piscitelli, ucciso bruciato vivo sulla collina di Durazzano il 28 febbraio 2008.
Un’amarezza che diventa rabbia soprattutto dopo l’uscita delle motivazioni che hanno indotto la giuria della Corte D’assise di appello di Napoli presieduta dal giudice Vincenzo Mastursi a confermare la sentenza di assoluzione di primo grado emessa il 25 gennaio 2012, nei confronti dell’unico imputato, l’ingegnere Pietro Esposito Acanfora.
In attesa del ricorso in Cassazione i familiari dell’infermiere messercolese non si arrendono e mettono in evidenza, attraverso la nostra testata, dei punti chiave di una vicenda intricata, di una matassa che inquirenti e forze dell’ordine non sono riusciti ancora a sbrogliare.
“Ci teniamo a ribadire – fa sapere la famiglia – che ci sono degli episodi sui quali mai è stata fatta chiarezza del tutto.
Il 23 febbraio 2008, cinque giorni prima del delitto del nostro congiunto, è la data della stipula del compromesso, una permuta tra il fu Luigi Razzano ed Esposito Acanfora, per acquisire un terreno in via Toniolo, in cambio di un terreno di via Fosso dell’Aia.
Si legge nelle varie escussioni dei testimoni che questo compromesso viene siglato a casa del cugino del Razzano l’imprenditore Vincenzo Vigliotti (Nella primavera del 2009 arrestato con Acanfora e poi la sua posizione è stata archiviata). Lo stesso era presente alla cena di Caserta del 28 febbraio sera con l’ingegnere ed il geometra Piscitelli Francesco, Figlio del Vicesindaco Piscitelli Gaspare.
Secondo noi si trattava di un’operazione sicuramente non gradita a Giovanni, visto che il Vigliotti era sempre stato considerato un esponente della parte politica avversa.
Caso strano, la permuta non è stata ratificata nei giorni programmati, ma successivamente nel tempo.
Un altro episodio avvolto nel mistero – continuano i familiari – è il contratto di appalto per la rete idrica del 18 febbraio 2008, dieci giorni prima dell’omicidio.
Un contratto d’appalto del comune di 132 mila euro con una ditta intestata alla madre dell’Acanfora il cui responsabile unico del procedimento e firmatario per l’ente è il geometra Franco Piscitelli, anch’egli presente alla cena del 28 febbraio.
Una volta firmata, questa carta scompare nel nulla ed esce fuori esattamente tre anni dopo, il primo marzo 2011, scoperta dall’allora sindaco Carlo Piscitelli.
Il suddetto rese pubblico il documento e ne parlò in pompa magna in occasione della giornata della pacificazione ritenendolo determinante per la identificazione del colpevole
Ventinove giorni dopo morirà anche Carlo Piscitelli.
Una documentazione mai ritrovata dagli inquirenti che rispunta dopo tre anni, chi l’ha fatta sparire? Chi aveva avuto accesso alle “carte”?
Il Comune dopo la morte di Giovanni per un anno fu gestito dal vicesindaco f.f. Gaspare Piscitelli, con il figlio geometra e con Acanfora sempre a lavoro nell’ ufficio tecnico.
Arriviamo al giorno dell’omicidio, nelle sue ultime ore di vita, Giovanni invia sul cantiere edile dei gemelli Vigliotti, cugini dell’imprenditore Vigliotti Vincenzo, il vigile Prisco Piscitelli, a controllare un presunto abuso edilizio. I due parlano via radio.
Non c’è dato sapere della relazione di servizio in merito a questo controllo perché anche in questa occasione il documento è scomparso
Anche qui buio totale. Non si è mai saputo nulla di quello che accadde e se a tale episodio ci fu un seguito
La notte del ritrovamento del cadavere il Comune non viene messo sotto sequestro, in particolare l’ufficio del sindaco e gli uffici a lui vicini. Chiunque aveva le chiavi e già durante la notte avrebbe potuto far sparire carte e documenti importanti.
Giorni dopo l’omicidio la testimonianza di Alfonso Piscitelli, il figlio della vittima, che racconta che si era trovato nell’ufficio comunale un mese prima e c’erano dei contrasti: “Questa storia deve finire”. Questa l’esclamazione di Acanfora nei confronti di Giovanni.
La testimonianza sui rapporti deteriorati con l’ingegnere viene confermata da Francesco Scarano a cui il sindaco dice: ‘Non rivolgerti più a lui ma a me’.
Fin qui le parole della famiglia che ci ha concesso questa lunga intervista sui misteri irrisolti di questa brutta storia.
Una famiglia delusa naturalmente dalla sentenza di appello, ha sempre l’impressione che ci siano più persone che sanno e che non parlano.
Ricordiamo che la morte di Giovanni Piscitelli fu davvero atroce, secondo l’autopsia l’allora sindaco perse la vita a causa della forte stimolazione dolorosa per via delle ustioni estese, infatti il cadavere fu trovato carbonizzato.
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