Picchiato in cella dai Menditti con l’aiuto del ras, summit di pace a casa dell’ex boss

 

 

MARCIANISE/RECALE/SANTA MARIA CAPUA VETERE. Storie dal carcere. Che riemergono nei giorni della rivolta e raccontano di regolamenti di conti e duelli tra esponenti di spicco del clan dietro le sbarre.

 

Nell’ultima ordinanza notificata dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta nei confronti di 8 persone diversi pentiti hanno raccontato cosa accadeva in quelle celle della casa circondariale “Uccella” di Santa Maria Capua Vetere. Lo ha fatto un sammaritano doc come Antonio Barracano che ha svelato ai magistrati un pestaggio ai danni dell’ex ras locale Salvatore Amato ad opera dei Menditti e del boss Tonino Della Ventura; a riportare la pace, quella volta, ci pensarono i Belforte.

Le dichiarazioni

“Sono andato a casa della madre di Bruno Buttone quando sono andato con Salvatore Amato. In particolare mi ricordo che io, Salvatore Amato, mio suocero ed Andrea andammo a casa di Bruno Buttone  subito dopo che Salvatore Amato fu scarcerato a seguito dell’arresto per l’estorsione all’armeria” racconta Barracano.

 

“In particolare nel corso della sua detenzione a Santa Maria Capua Vetere, Salvatore Amato fu picchiato dai fratelli Menditti e uno dei soggetti che aveva favorito tale aggressione facendo finta di proteggerlo al passeggio era stato proprio Antonio Della Ventura insieme a Rondinone. Quindi Salvaatore voleva parlare con Bruno Buttondel comportamento negativo di Tonino Della Ventura detto “o’ coniglio””.

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