“E’ lei che comanda a Caserta”: lady camorra prenota coca ai Belforte in carcere. Comprato carico dalla Spagna

CASERTA. E’ una lady di ferro Concetta Buonocore, moglie del boss Antonio Della Ventura, che negli anni della detenzione del marito ha sputo prendere in mano le redini del gruppo fino a diventare di fatto “quella che comanda a Caserta” secondo gli alleati belfortiani di Marcianise

Tra questi c’è Pasquale Aveta, ex killer del clan diventato nell’estate 2011 collaboratore di giustizia. Già dai primi verbali finiti nell’ordinanza di stamattina delinea una donna scaltra al punto da prenotare una partita di cocaina proveniente dalla Spagna ai Belforte durante un colloquio in carcere.

 

Le dichiarazioni di Aveta

“Fulvio Della Ventura mi ha spiegato che sua madre Concetta Buonocore, da quando il marito è detenuto in carcere, è lei che comanda la zona di Caserta. Si serve del figlio Fulvio Della Ventura, dei fratelli Menditti oltre ad altri guagliuncielli” ha spiegato Aveta nell’interrogatorio.

 

“Durante i colloqui in carcere a Santa Maria Capua Vetere Concetta Buonocore si è rivolta più volte direttamente a me chiedendomi di farl acquistare qualche chilo di cocaina a Napoli da poter rivendere nella zona di Caserta. Mi ha anche chiesto di interessarmi del recupero crediti. Io e la Buonocore riuscivamo a comunicare perchè io facevo colloquio con mia moglie e contemporaneamente la Buonocore faceva il colloquio col figlio Fulvio detenuto. In quei frangenti riuscivamo anche a parlare

Mi ricordo che dopo la riunione a Roma con lacune persone di Marcianise si recò in Spagna ad acquistare una partita di 4-5 chili di cocaina al prezzo di 25mila euro al chilo. La droga fu poi consegnata ai Della Ventura.”

 

Gli ordini dal carcere

Anche dal carcere, Concetta Buonocore – 58enne arrestata per associazione mafiosa nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli – continuava a gestire i traffici illeciti a Caserta per conto del marito Antonio Della Ventura, capozona nella citta’ capoluogo del clan Belforte di Marcianise, detenuto al carcere duro, e quindi impossibilitato a “muoversi” rispetto alla moglie; quest’ultima, non essendo al 41bis, poteva “colloquiare” piu’ liberamente con figli e altri parenti. Emerge dall’inchiesta dei carabinieri che ha portato all’emissione di provvedimenti restrittivi per la donna, il genero e altri cinque soggetti legati ai Della Ventura, che si occupavano soprattutto di acquistare la droga (cocaina, hashish e marijuana) nel napoletano e di rivenderla a Caserta. La Buonocore – e’ emerso – e’ ormai da anni la reggente del clan Belforte a Caserta. Lo era insieme al figlio Fulvio quando fu arrestata la prima volta nel 2012 insieme a 43 affiliati al clan, tra cui altre due mogli di boss detenuti (si tratta delle mogli di Salvatore e Domenico Belforte) divenute poi reggenti; da allora la Buonocore, pur detenuta, ha tenuto lo “scettro” di capo, informata di tutto cio’ che avveniva “fuori”; suo uomo di fiducia e’ diventato nel tempo il genero Michele Maravita, al quale ha affidato il pagamento degli stipendi a sodali e detenuti e la gestione delle piazze di spaccio del capoluogo e delle attivita’ commerciali, in particolare una sala scommesse a Casagiove, un parcheggio e un negozio di animali a Maddaloni, aperte con i proventi della vendita della droga e di reati come l’usura e le estorsioni ai commercianti.

 

La Buonocore, sempre dal carcere, avrebbe anche organizzato “regolamenti” di conti nei confronti di soggetti che avevano mancato di rispetto al genero. Le attivita’ illecite hanno portato migliaia di euro settimanali nelle casse del clan, arricchendo in particolare Maravita, che ha mantenuto negli anni un tenore di vita molto elevato, facendo frequenti viaggi all’estero in residenze di lusso, gite in barca e puntate ai casino’. Nel 2017 vengono registrati due episodi rilevanti per la vita del clan: a maggio Maravita organizza un agguato nei confronti di un membro del gruppo che voleva rendersi autonomo, mentre a luglio la processione della Beata Vergine viene fatta deviare di percorso per passare sotto casa di Della Ventura e Buonocore; una segnale della piena vitalita’ della cosca, anche in assenza del boss-.

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