Trenta coltellate alla madre: “Fermati, ti prego”. I fantasmi di Rubina e quel rapporto morboso

 

CASERTA. Si è avviato a piedi in questura per raccontare cosa era successo in quella casa in cui aveva messo piede due giorni prima. Eduardo Chirico, stesso cognome di sua madre che aveva ucciso poco prima con oltre 30 coltellate, è stato arrestato per l’assassinio della donna che lo aveva messo al mondo tra tante sofferenze.

 

L’aveva colpita in diversi punti del corpo nonostante delle urla strazianti provenienti dall’appartamento ed ascoltate anche dai vicini: le implorazioni della 52enne non hanno fermato però la furia. Nessuno all’esterno poteva però immaginare quanto stava accadendo. E’ una storia di amore materno sviscerale, perfino soffocante, secondo quello che il 24enne studente universitario reo confesso dell’orrore ha raccontato nel pomeriggio di ieri alla squadra mobile.

 

Sua madre lo ha avuto da una relazione clandestina e non ha mai voluto rivelare l’identità del padre. Aveva cercato di tenerlo a sè il più possibile arrivando a posticipare l’iscrizione a scuola fino ai 9 anni. Un rapporto simbiotico ben presto sfociato in dissapori al punto che il ragazzo ora viveva in Umbria con uno zio.

 

Era arrivato da due giorni a Caserta dove la madre si era trasferita da Santa Maria Capua Vetere nello scorso dicembre. Non c’erano dei buoni rapporti tra lui e la madre e all’ennesimo litigio, oggi, la situazione è degenerata. Il giovane era ritornato da qualche giorno da Spello, provincia di Perugia, dove viveva. Subito dopo l’omicidio, avvenuto nell’abitazione di corso Trieste, il giovane si è recato in Questura confessando l’omicidio. “Ho ucciso mia madre. Non ce la facevo più”, queste le sue prime parole. Dallo scenario emerso Rubina era una dolce ma piena di paure: l’ultima fase di lockdown aveva esacerbato le sue paure al punto da invocare il ritorno del figlio per proteggerlo da eventuali intrusioni che ora appaiono sullo sfondo come fantasmi di una storia crudele.

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