Balistica lo inchioda: spari partiti da casa
Proprio indagando su questo secondo episodio, la Dda di Napoli e i carabinieri del Gruppo di Aversa guidati da Donato D’Amato, con i propri esperti balistici, si sono trovati di fronte un’incongruenza clamorosa, ovvero hanno accertato che i tre colpi erano stati sparati dall’interno della casa, e non dall’esterno come poteva presumersi trattandosi, almeno nella denuncia, di De Michele, di un attentato. Sapevano che il giornalista deteneva legalmente una pistola, cosi’ venerdi’ sono andati a sequestrarla accertando che i proiettili erano stati esplosi proprio da quell’arma.
De Michele e’ stato anche interrogato nella giornata di venerdi’, alla stazione dei carabinieri di Cesa (comune dove Di Michele risiede) dal pubblico ministero anticamorra Fabrizio Vanorio, davanti al quale, dopo un interrogatorio fiume durato quasi sette ore, ha confessato di aver sparato lui il 4 maggio e di essere responsabile anche di un altro episodio avvenuto a gennaio, quando fu ritrovata una busta con proiettili e una lettera. Sull’attentato all’auto non ha ammesso invece alcuna responsabilita’.