CASTEL MORRONE. I Militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Caserta hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare (obbligo di presentazione tutti i giorni alla polizia giudiziaria), emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di: Leonetti Domenico, cl.`53, allevatore di un gregge caprino.
Il suddetto indagato e gravemente indiziato per aver, incendiato in data 18 agosto 2019, volontariamente un vasto incendio boschivo nelle aree collinari di Monte Castellone e Monte Pesatura del Comune di Castel Morrone, mediante ii posizionamento di ordigni incendiari artigianali a tempo, e che ha interessato una superficie boscata avente un’estensione di circa 106 ettari, con un grave danno esteso e persistente all’ambiente. Incendio di grandi proporzioni e di un’intensità tale da impegnare nelle operazioni di spegnimento un vasto apporto di personale e mezzi sia regionali che statali (nr. 22 unità, 4 fuoristrada, 2 autovetture, 2 elicotteri antincendio regionali e un aereo Canadair del COAU). L’incendio ha interessato un versante collinare ricoperto da un soprassuolo forestale costituito, oltre che da formazioni erbacee varie, da essenze arboree sparse di roverella, orniello, leccio e ginestre, per la quasi totalità di proprietà demaniale del citato comune. I primi accertamenti svolti dalla pattuglia Carabinieri Forestale di turno “Emergenza Ambientale 1515” permettevano di comprendere che l’incendio boschivo in argomento era stato appiccato in diversi distinti punti.
Le attività investigative svolte dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Caserta, traevano invece spunto da un servizio di perlustrazione che stavano svolgendo nella zona nei giorni immediatamente successivi all’incendio che consentiva di accertare l’unica presenza del Leonetti Domenico, in un vasto comprensorio isolato boscato, mentre cercava di allontanarsi con passo spedito alla vista dei militari. Lo stesso proveniva proprio dalla zona in cui era stato appiccato l’incendio con al seguito il suo gregge, costituito da circa una dozzina di capre che aveva condotto a brucare l’erba fresca appena rigermogliata per effetto del passaggio delle fiamme.
In tale frangente, Leonetti veniva raggiunto dai predetti militari ed alla richiesta di esibire un documento proferiva la seguente frase foriera di un’ammissione di responsabilità: “Marescià non mi inguaiate. Già mi hanno arrestato una volta, lasciatemi stare che non posso campare … …. Non mi inguaiate”.
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