D’Albenzio consegna la pistola a Di Cicco perché era braccato da 2 ras calatini

Maddaloni. Uno degli episodi significativi dell’ultima ordinanza nei confronti del clan D’Albenzio fazione Belforte di Maddaloni è quando Ernesto Di Cicco, residente a Maddaloni centro, teme per la sua incolomità minacciata da altri suoi compaesani che sono passati con quelli di Caivano. Si tratta di due pregiudicati molto conosciuti in città con precedenti importanti, ma non risultano indagati: D.C.M e D.C.C.

 

D’Albenzio:  Apriti il giubbotto… Dentro te la do già carica
Di Cicco: Aspetta fammi chiudere il giubbino

D’Albenzio: E’ piccolina, in tasca può andare tranquilla

Di Cicco: Quando ti serve me lo dici…

D’Albenzio: Ernesto guarda, qui c’è la sicura, ora ti metto la sicura.

 

Di Cicco quindi stava avendo grossi problemi con questi 2 soggetti e fa un’esortazione a Salvatore D’Albenzio: “Quando esci (dai domiciliari) dobbiamo andare a prendere quei due”.

C’era quindi un sentimento di rivalsa, Di Cicco si vuole vendicare. D’Albenzio ne parla a sua volta molto male e mette in evidenza che uno dei due aveva un debito nei suoi confronti.

 

Chiaramente dopo alcuni giorni la squadra mobile effettua una perquisizione domiciliare ai danni di Ernesto Di Cicco, precisamente il 15 aprile 2019, ma la pistola che il capozona consegna a Di Cicco non viene trovata.

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