Edilizia casertana fa i conti col Covid: persi mille posti in un mese

 

Caserta. Dopo il crollo di tutti gli indicatori a marzo, con l’inizio della pandemia e del lockdown, il settore edile prova a ripartire anche nel Casertano.

 

“La ripartenza con l’inizio della Fase 2 e’ avvenuta – dice Luigi della Gatta, presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) di Caserta – ma se le misure che verranno prese a livello nazionale non daranno una vera scossa al settore, questa ripartenza sara’ solo la celebrazione di un funerale. Piu’ che risorse, chiediamo l’eliminazione ‘violenta’ della burocrazia e incentivi fiscali come l’incremento del credito d’imposta per interventi di ecobonus e sisma bonus”.

 

“I cantieri edili stanno riaprendo quasi tutti e in sicurezza” dice Vincenzo Maio, segretario campano della Fillea-Cgil, sindacato di categoria dei lavoratori dell’edilizia. Ma si riparte da numeri pessimi: il calo di indici come le ore lavorate o la massa salariale nel Casertano – ma riguarda tutti gli ambiti territoriali – era gia’ partito a febbraio di quest’anno, ma era stato lieve rispetto al mese di gennaio e al febbraio di un anno fa. A marzo invece c’e’ stato il crollo: 2667 gli operai che hanno lavorato, mille in meno di febbraio e 1400 in meno rispetto al marzo 2019; 869 le imprese in servizio a marzo contro le 1332 di febbraio e le oltre 1400 di marzo 2019.

 

Drastica la riduzione delle ore mensili lavorate: 181mila a marzo 2020 contro le oltre 432mila del mese precedente e le 490mila del marzo 2019; e’ crollata anche la massa salariale, attestatasi a marzo a quasi 1,9 milioni di euro (1.836.647 euro) contro gli oltre 4 milioni di febbraio e i quasi 5 milioni del marzo di un anno fa. Eppure bisogna ripartire.

 

“Le maggiori criticita’ segnalate da lavoratori e aziende – prosegue Maio – riguardano il reperimento dei dispositivi di protezione, come i termoscanner, ma anche la documentazione da presentare per rispettare i protocolli, spesso complicata per aziende piccole e meno strutturate. E’ necessario accelerare sul fronte della costituzione dei comitati aziendali e territoriali che devono gestire la situazione, registrando eventuali criticita’ sul fronte dei protocolli e segnalandole alla prefettura”.

 

“E’ vero che non e’ sempre facile trovare termoscanner – dice Antonio Gelo della Filca-Cisl Campania – ma si puo’ ovviare con l’autocertificazione che ogni lavoratore puo’ fornire prima di andare a lavoro. Le aziende hanno ripreso quasi tutte non sono gia’ a pieno regime; stanno facendo tornare i lavoratori in servizio in modo scaglionato, per evitare assembramenti. Inoltre grazie alla formazione effettuata nei giorni scorsi dal nostro ente bilaterale Cfs, ogni azienda possiede una figura di tecnico competente per la nuova normativa anti-Covid”. Sempre dalla Filca-Cisl, Alfonso Petrone afferma che “dalle risultanze che abbiamo sul territorio, sappiamo che i cantieri che hanno aperto hanno operato sanificazione e consegnato i dispositivi di protezione ai lavoratori”.

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