NAZIONALE. Potrebbe avere vita breve, l’ultima autocertificazione di questo lockdown. Si tratta in pratica di una versione identica a quella attualmente in vigore con poche modifiche: cambia il riferimento normativo che riguarda non più il dpm di marzo ma l’ultimo decreto quello per la fase2.
Modifiche solo per la voce situazione di necessità che dovrebbe andare ad inglobare la visita ai congiunti, elidendo l’espressione “nell’ambito dello stesso Comune”. In pratica le visite familiari andrebbero inserite nelle situazioni di necessità, ovviamente indipendentemente dal Comune. Si potrà andare da genitori, nonni e nipoti, sempre con le accortezze previste dal punto di vista sanitario (assembramenti vietati, mascherina, distanza) nella stessa Regione.
Disco rosso invece per gli amici, a meno che non si tratti di una situazione di emergenza (es. anziano senza parenti). Da lunedì quindi i cittadini potranno modificare l’autocertificazione in vigore barrando le parole “all’interno dello stesso Comune” e la parola “urgente” legata all’assistenza a congiunti o a persone con disabilità. Potrebbe essere l’ultima: dal 19 probabilmente ci si affiderà solo al senso di responsabilità degli italiani.
“Non so se e’ stato un errore l’autocertificazione. Io forse non l’avrei messa, ma capisco la logica. C’e’ sempre qualche furbo. Ma se guardiamo questi due mesi, il 95% degli italiani ha rispettato le regole. Non serve mettere un cartello sui ponti del Tevere: non buttatevi di sotto altrimenti morite. Lo sappiamo. Almeno dal 18 maggio io abolirei l’autocertificazione”. E’ quanto afferma, in una intervista al Corriere della sera, il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. Sulla sua definizione di “amici veri” come congiunti, spiega: “C’e’ chi vuole giocare con le parole, ma io ho detto amico vero nel senso che non deve essere una scusa. C’e’ chi vive solo, e’ vedovo o magari ha bisogno di qualcuno che gli tenga il bambino. In mancanza dei nonni e babysitter, un amico e’ fondamentale”.
Sulle conferenze stampa abolite, osserva: “All’inizio andavano bene, ma non ha senso dare i numeri senza spiegarli” e alla domanda se il premier Conte ha comunicato male, risponde: “No, Conte ha spiegato benissimo. Forse dagli scienziati e’ arrivata un po’ di confusione. Avrei fatto parlare solo l’Istituto superiore di sanita’”. Di fronte all’osservazione che anche l’Oms ha fatto confusione, il viceministro spiega: “L’Oms ha dato linee guida sbagliate. Ma all’inizio si conosceva poco il virus”. “E’ una posizione incomprensibile – dice quindi sull’accusa di Renzi a conte di autoritarismo -. Se non ci fossero stati i Dpcm, l’Italia sarebbe una grande Lombardia. Berlusconi, all’opposizione, ha detto una cosa giusta: nell’emergenza ci si stringe attorno al premier. Non comprendo le occupazioni simboliche della Lega che non portano nulla. Nei momenti di emergenza cosi’ grave si deve essere uniti e seguire le indicazioni del primo ministro”.
LA “NUOVA” AUTOCERTIFICAZIONE