Studentessa 12enne di Caserta scrive all’Ue: “Io cittadina europea e quel popolo che non c’è”

 

CASERTA. L’emergenza sta sconvolgendo la vita di tutte le generazioni, la quarantena lascia tempo per studiare, ascoltare, osservare, analizzare e riflettere su tutto ciò che sta succedendo a noi e intorno a noi senza lasciarci indifferenti. Ognuno coglie aspetti a seconda del proprio punto di vista e del proprio vissuto: – l’adulto intravede il pericolo del momento e l’incertezza sul futuro; – la persona anziana la paura della morte;- chi opera in prima linea vive il terrore dei tragici momenti; – chi riveste un ruolo istituzionale sente la responsabilità e vive la tensione di chi è chiamato ad assumere delle scelte per la tutela di tutti.

 

I giovani analizzano da un loro punto di vista l’insieme. Da questa considerazione ed analisi, nonché dai titoli di alcune testate straniere (Die Welt), è nata la riflessione, nel contesto di una “didattica a distanza” egregiamente strutturata dai docenti, di una studentessa di 12 anni della scuola media IC Giannone di Caserta che si considera innanzitutto “cittadina europea”. Affronta con la logica dell’analisi del testo il concetto di “popolo europeo” nel senso di “unicità” del termine che stranamente non trova traccia nel Trattato sull’Unione Europea contrariamente alla circostanza che il termine “popolo” è alla base delle Costituzione dei Paesi che lo compongono, particolare sfuggito a molti.

 

La voglia di esprimere i sentimenti italiani attraverso una lettera (letta in tedesco in modo che sia maggiormente comprensibile per Die Welt), in cui si rappresenta lo spirito Italiano di come affronta il bene (ed il male “mafia”). Il messaggio si conclude con una frase “1+1” non fa mai 2 perché quando il popolo è unito il risultato delle sue azioni è sempre maggiore della somma delle azioni dei singoli: si chiama effetto solidarietà.

 

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