Coronavirus, artigiani sul lastrico. Konsumer: “Pane sì pastiere no. Discriminazione senza criterio”

Regionale. Le misure anti contagio Covid-19 adottate in questo periodo, hanno creato un danno milionario lasciando più di 100mila addetti del comparto alimentare senza lavoro. Obblighi che hanno determinato discriminazioni tra gli artigiani del settore alimentare e quelli del settore della panificazione.

 

 

A difesa di artigiani e consumatori si è schierata la Konsumer. Carlo Pileri, Portavoce nazionale dell’Associazione, sul caso ha dichiarato: “Chiudere pasticcerie e pizzerie a taglio non serve a salvare dal coronavirus, ma crea una inspiegabile disparità di trattamento con lavorazioni artigiane analoghe come i forni. Il danno non è solo per gli addetti del settore (circa 70.000 per le pasticcerie, 50.000 circa per le pizzerie a taglio) ma soprattutto per i consumatori costretti a dover acquistare solo nella grande distribuzione prodotti prevalentemente industriali. La creazione di un oligopolio di vendita al dettaglio dovrebbe chiamare in causa l’antitrust per valutare se le motivazioni sanitarie effettivamente sussistono per chiudere le pasticcerie o se non fossero sufficienti garanzie di accesso di un cliente per volta come avviene per i forni e per altri esercizi commerciali. A Pasqua questa discriminazione è ancora più forte ed iniqua, peraltro molto sofferta anche dai cittadini che, già preoccupati per la diffusione del virus, non possono nemmeno consolarsi con il ‘comfort food’. È infatti noto il potere di molti alimenti di alleviare dispiaceri e nostalgie, soddisfacendo un bisogno emotivo. Perché dunque non rassicurare, in questo momento di profonda tristezza, esercenti e consumatori con una pastiera artigianale che riporta alla mente storia e tradizione?”

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