Caserta. Emergono storie piuttosto singolari nell’inchiesta sui falsi invalidi: 40 sono le persone indagate dalla Finanza. Tra di loco c’è un dipendente comunale che forniva ai complici anche le informazioni anagrafiche necessarie per compilare le domande; il dipendente avrebbe anche ottenuto da un medico compiacente il certificato falso per non andare a lavoro, e avrebbe aiutato un poliziotto della Questura di Caserta ma in servizio alla Procura di Santa Maria Capua Vetere nella pratica di invalidita’ della moglie e ad ottenere due permessi Ztl al Comune di Caserta; in cambio, il poliziotto gli avrebbe rivelato le indagini a suo carico ed e’ per questo indagato per rivelazione di segreto d’ufficio.
Tra gli indagati anche un funzionario dell’Inps di Caserta delegato al contenzioso giudiziario, che secondo gli inquirenti era un collaboratore di fatto dell’avvocato, cui passava informazioni sensibili e da cui veniva remunerato con uno “stipendio” fisso. Secondo quanto accertato, il modus operandi si basava sulla preparazione da parte del funzionario Inps dei ricorsi contro il suo stesso Ente; ricorsi che l’avvocato portava in giudizio; entravano quindi in azione i medici che producevano i certificati falsi che permettevano ai falsi invalidi di raggiungere la percentuale di invalidita’ richiesta dalla legge per aver diritto all’indennita’ o alla pensione.
Alcuni di questi, i finanzieri casertani li hanno beccati in flagranza, fotografandoli per strada mentre sbrigavano faccende che non avrebbero dovuto fare, come la spesa; emblematica la foto in cui il falso invalido aiuta a scendere dall’auto una persona con le stampelle. Una tipica vicenda di falsi invalidi – l’indagine e’ stata denominata “Smart Welfare” – in cui emerso il ruolo di primo piano di un avvocato casertano, che oltre a ideare e organizzare l’intero sistema truffaldino, avrebbe anche gestito le pratiche per il riconoscimento dell’invalidita’ civile, pretendendo per se’ il 40-50% di quanto liquidato dall’Inps; al legale sono stati anche contestati reati fiscali per aver usato fatture false per le dichiarazioni degli anni dal 2011 al 2014.
Con il professionista, altri otto indagati rispondono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa; tra questi figurano quattro medici, tra cui un cardiologo e un neurologo dell’ospedale di Caserta, un geriatra e un altro neurologo dell’Asl in servizio presso i poliambulatori di Piedimonte Matese e Caiazzo, accusati di aver rilasciato certificazioni falso ricevendo per ogni attestato somme dai 150 ai 250 euro; compaiono poi il titolare di un patronato di Casapulla e un dipendente del Comune di Caserta, la cui funzione sarebbe stata quella di reclutare le persone interessate a truffare l’Inps e ad ottenere le indennita’.
Tra gli indagati spiccano gli 8 accusati di associazione a delinquere tra quali Andrea Isernia, Antonietta Sorbo, Arcangelo Mezzacapo, Giuseppe Gesumaria, Massimo Nuzzo, Alfonso Pisaturo, Antonio Vinciguerra e Maurizio Marra. Coinvolti anche Nicola Vaiano, Fausta Maria Concetta Vitadamo, Francesco Piccirillo, Clemente Piscitelli, Venere Smeragliolo, Mario Negro, Francesca Gravina, Mario Terrigno, Celestina Di Felice, Lucia Milena Verrilli, Vincenzo Pasquariello, Maria Merola, Concetta De Luca, Anna Antonio Belformato, Annina Raucci, Rosa Stellato, Enrichetta Dell’Oste, Angelina Moro, Vincenza Petrazzuolo, Annina Altieri, Pietro Edattico, Cinzia Marchitto, Valeria Rita Scialdone, Michele De Simone, Maria Tavano, Anna Desiato, Angela Macchiarella, Giuseppe Del Monaco, Felice Mezzullo, Elpidio Santonastaso.