Escort con la partita Iva ma incassava meno della metà: “Turni troppo faticosi”

 

 

AVERSA/ORTA DI ATELLA. Ha vissuto un vero e proprio incubo la giovane escort italiana che ha denunciato i suoi presunti sfruttatori facendoli arrestare. La donna – secondo quanto emerso dalla denuncia presentata alla polizia – si era lamentata per quei turni troppo faticosi e lunghi che non le permettevano di trascorrere del tempo con sua figlia.

 

Proprio per assicurarle un presente dignitoso aveva scelto quella strada oscura che si era poi rivelata una trappola. Quando ha fatto delle rimostranze, però, sarebbe stata minacciata affinchè continuasse nel suo lavoro al punto che sarebbe stata individuata anche una nuova alcolva. Non più quella di Aversa, da dove sono partite le indagini, ma una nella vicina Marano.

 

Peraltro lei era per il Fisco una professionista a tutti gli effetti. Ovviamente non come escort, ma come estetista: secondo l’accusa i due indagati, Sibilio e Barretta, avevano anche provveduto ad aprire a suo nome una partita Iva per simulare l’attività di estetista in caso di controlli. In realtà a lei finivano al massimo metà dei soldi incassati dalle prestazioni sessuali, a volte appena il 30%. La coppia si sarebbe occupava non solo di fornirle la casa, ma anche gli abiti e di redigere un book fotografico a corredo degli annunci pubblicati sui siti per incontri.

 

Le due persone finite ai domiciliari sono ritenute responsabili, in concorso tra loro, di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ai danni di più donne, con l’aggravante di aver commesso il fatto con minaccia e violenza e di tentata induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione con l’aggravante di aver commesso il fatto con violenza e minaccia. Gli indagati sono difesi dall’avvocato Luigi Marrandino e a breve sosteranno la prova dell’interrogatorio di garanzia nel quale potranno chiarire gli addebiti mossi dalla Procura di Napoli Nord.

 

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