I simboli della città rischiano il crollo, l’appello di un giovane maddalonese

Maddaloni. Pubblichiamo l’accorato e disperato appello di un giovane maddalonese, Agostino di Silvestro, preoccupato del grave stato in cui versano il castello e le sue torri della sua amata città. Il giovane calatino non è nuovo a simili iniziative per stimolare le coscienze di chi può e deve fare qualcosa. La bellezza dei simboli della città non è facilmente ammirabile da vicino per la difficoltà e la pericolosità dell’area, pertanto, lo facciamo attraverso le stupende foto di un altro maddalonese doc, Giuseppe Diodati, dottore con il piacevole hobby dell’arte fotografica.

 

 

 

 

 

“L’annosa questione delle precarie condizioni delle torri e del castello di Maddaloni è spesso oggetto di preoccupazione da parte dei cittadini Maddalonesi che, giorno dopo giorno, vedono il simbolo della propria città sgretolarsi sempre di più. Il monumento di origine normanna, menzionato anche in alcuni scritti del celebre storico romano Tito Livio, è il simbolo di una cultura e di una storia destinata a scomparire. L’edificio sta cedendo ogni giorno di più, soprattutto a causa degli agenti atmosferici, come si può constatare anche semplicemente osservando la struttura dalle varie angolazioni della città.

 

 

 

 

Sebbene il Castello sia di proprietà privata della famiglia De Sivo e, nonostante, i vari tentativi fatti nel tempo da parte del Comune di Maddaloni di intavolare una trattativa per l’acquisto che avrebbe permesso di accedere a fondi statali per la ristrutturazione del sito, ad oggi tutto si è sempre risolto con un nulla di fatto.
Maddaloni nota anche come “la città delle due torri” non può perdere il suo simbolo, motivo per il quale vogliamo lanciare un invito alle istituzioni e ai proprietari del castello e delle torri, affinchè trovino una risoluzione al problema così da permettere alla città di poter guardare al futuro, un futuro che possa vedere finalmente protetta e valorizzata la storia di una città piena di cultura e tradizioni.”

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