Marcianise. Una brutta notizia scuote la comunità di Marcianise. E’ salito al cielo in queste ore Sandro Nappi, deceduto al termine di un lungo calvario. Ex cantante, appassionato di motori e persona generosa e piena di vita, nonostante da anni costretto sulla sedia a rotelle per le conseguenze di un drammatico incidente.
I funerali saranno celebrati domani in Duomo alle 15. La notizia in città si è diffusa poco fa dopo un post dell’ex primo cittadino Antonello Velardi che ha svelato anche un progetto che Nappi avrebbe voluto portare a termine a Marcianise.
“In una domenica uggiosa che regala solo malinconia mi arriva la notizia della morte di Alessandro Nappi. Non che non me la aspettassi, ma per me è più forte di una scudisciata. Ed avverto forte il bisogno di scriverne qui e raccontarvi chi era, chi è Alessandro “Sandro” Nappi.
Ho incontrato Sandro due estati fa, più o meno. Sapevo chi fosse, ma l’avevo perso completamente di vista. Mi contattò il cugino, Gaetano Moretta, Nino, annunciandomi che lui mi voleva parlare. Ed aggiornandomi sulle sue condizioni. Sandro era a letto, a casa sua, e ormai non scendeva quasi più da una sorta di baldacchino che si era costruito e da cui riusciva a governare con la tecnologia il mondo interno ed esterno alla sua abitazione. Era a letto perché erano molto peggiorate le sue condizioni legate al decubito. Sandro da giovane aveva avuto un grave incidente stradale, ne era uscito vivo ma era finito sulla sedia a rotelle da cui non era mai sceso con il fisico ma su cui non era mai salito con la mente: aveva continuato a fare una vita normale pur avendo l’insensibilità dal bacino in giù.
Sandro apparteneva alla generazione precedente alla mia. Ma io lo ricordo benissimo sia perché non passava inosservato, sia perché era quello più grande di noi che aveva tutto ciò che in quegli anni della vita si desidera: la bellezza, le auto, le moto, le donne. Era un giovane pieno di vita e quella sua vita la volle riafferrare al volo dopo aver rischiato di perderla con l’incidente: si era attrezzato i suoi bolidi e continuava a guidare, correva da una parte all’altra dell’Europa sempre in viaggio, non aveva mai voluto separarsi dalle donne fino a legarsi ad una loro di loro, l’ancora definitiva. Aveva organizzato la sua casa con un’impostazione altamente intelligente da far impallidire chi negli anni a venire avrebbe poi studiato la domotica.
Era un uomo libero, Sandro, pur essendo legato a una sedia, ad una macchina, ad un’apparecchiatura. Era libero e rivendicava quella sua libertà da tutti e da tutto, rischiando talvolta di apparire anche scorbutico ma fondamentalmente per non essere di peso a chi avrebbe dovuto assisterlo e avrebbe dovuto sacrificarsi per questo. Era l’uomo più libero che io abbia mai conosciuto. Con il cugino andai a trovarlo a casa, faceva caldo, lui nel letto mi apparve all’inizio come in prigione, ma quando andai via mi apparve improvvisamente più libero di me che muovevo le gambe e potevo camminare. Mi raccontò la sua vita, un racconto che a tratti incrociava episodi e persone della mia, e mi chiese di poter lasciare qualcosa a Marcianise. Pensava ai giovani, soprattutto ai giovani. Voleva loro lasciare un messaggio chiaro: siate liberi, non fermatevi, non fatevi bloccare dalle difficoltà, non vi abbattete, io l’ho fatto.
Stemmo a parlare molto di Telethon e della ricerca che lui aiutava molto. Parlammo di un eventuale progetto per Marcianise, ne voleva finanziare uno. Ma, maniacale come era, voleva che non fosse un progetto qualsiasi. Giustamente. Pensammo a qualcosa legato al conservatorio musicale, lui che aveva la musica nel sangue e che da giovane aveva partecipato anche ad un Cantagiro. Ne parlammo, ne parlammo varie volte tramite messaggio e tramite Nino, ma capii che l’incubazione sarebbe stata lunga perché Sandro si sarebbe dovuto innanzitutto convincere del taglio giusto.
Non c’è stato tempo, nel frattempo le sue condizioni sono peggiorate. Un peggioramento determinato anche da una condizione psicologica nel frattempo cambiata, con il grande amore di una vita che si era nel frattempo rivelato una delusione: una ferita che l’aveva segnato molto, la vera ferita nella sua anima. Lui che pretendeva di fare tutto da solo per non essere di peso a nessuno, si è ritrovato al fianco pochi amici e pochi familiari, quelli che con grande ostinazione non hanno voluto lasciarlo. L’ho seguito da lontano nelle sue peregrinazioni per gli ospedali, il suo caso medico era drammatico.
Stamattina la notizia della morte, per me è stato un colpo al cuore. Ha finito di soffrire, ed è solo questo l’unico sollievo per me. Mi resta il grande rammarico che non si sia realizzata la sua idea per i giovani della città. Spero, mi illudo, che qualcosa si possa comunque fare, anche dopo la sua morte. Intanto ne scrivo qui perché ce ne sia memoria, ora e per il futuro.
I funerali ci svolgeranno domani alle 15, al duomo di Marcianise. A Sandro un ultimo, forte abbraccio. Ai familiari e agli amici le più affettuose condoglianze. La terra gli è lieve, perché ora ha solo da gioire dopo una lunga, inumana sofferenza.”