Corruzione, condannato ex ministro. Ma giudice non crede ai pentiti: “Non fu camorra”

Mondragone. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere  ha condannato per corruzione a due anni di carcere, con pena sospesa e non menzione della condanna nel casellario giudiziario, l’ex ministro della Telecomunicazioni Mario Landolfi, ex esponente di An e Pdl. È caduta l’aggravante mafiosa contestata nei suoi confronti dalla Dda di Napoli. Landolfi è stato riconosciuto colpevole in relazione all’accusa di corruzione, mentre è stato assolto per i capi di truffa e favoreggiamento.

 

Il sostituto anticamorra della Procura di Napoli Simona Belluccio aveva chiesto al termine della requisitoria una pena di 3 anni e 6 mesi. L’ex ministro aveva rinunciato alla prescrizione, che sarebbe scattata entro pochi mesi. Il processo a Landolfi è una costola del procedimento a carico dell’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino, conclusosi in primo grado con la condanna dell’ex politico di Casal di Principe a nove anni per concorso esterno in associazione camorristica.

La reazione di Landolfi

“Gioisco per la caduta dell’aggravante dell’articolo 7, un macigno che mi ha ossessionato per 12 anni, tanto è durato questo primo grado. Gioisco per l’assoluzione di due capi di imputazione, naturalmente non gioisco per la condanna a due anni senza menzione sul casellario giudiziale pur con la sospensione della pena, perché la ritengo profondamente ingiusta. Noi abbiamo dimostrato l’inattendibilita dell’unico accusatore Giuseppe Valente, quindi ci aspettavamo assoluzione anche per questo capo di imputazione”. Lo dice all’Adnkronos l’ex ministri Mario Landolfi, commentando la sentenza nei suoi confronti pronunciata dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. “Leggeremo con curiosità le motivazioni e siamo certi che questa assoluzione non tarderà ad arrivare, forse abbiamo deluso chi credeva si potesse uscire con la prescrizione, prescrizione a cui io ho inteso rinunciare”, ricorda Landolfi.

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