Maddaloni.
“Udii tra il sonno le ciaramelle, ho udito un suono di ninne nanne, ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.
Sono venute dai monti oscuri le ciaramelle senza dir niente; hanno destato ne’ suoi tuguri tutta la buona povera gente.”
Così Giovanni Pascoli ricorda, in una delle sue poesie l’arrivo degli zampognari dai monti, a metà dicembre.
Il loro arrivo era allora, e lo è ancora, un particolarissimo annuncio sonoro dell’imminente Natale. Oggi molto meno che in passato, il suono delle “ciaramelle e delle zampogne” accompagna nelle strade, nelle case, nelle chiese, ‘La Novena del Natale’. Un suono da “organo dei poveri”, che Pascoli definisce “suono di chiesa, suono di chiostro, suono di casa, suono di culla “. Quel suono che evoca il ricordo dell’antica tradizione italiana del Presepe.
C’è qualcosa di bello, divertente e caratteristico in quel periodo dell’anno magico tanto amato dai bambini, dove nascono dolci melodie, sono “gli zampognari”. Insieme al suono dei campanelli, non c’è nulla di più evocativo del Natale se non il suono delle zampogne.
Come un fumo soporifero e vibrante, le note delle loro antichissime melodie pastorali e natalizie avvolgono i sensi e gli animi degli ascoltatori lasciandoli ammaliati, stupiti, ammirati. I bambini rimangono incantati all’ascolto di queste canzoni, dal suono pungente e ipnotico, e alla vista di questi musicisti girovaghi della tradizione popolare, vestiti di panni poveri e cappelli antichi, antichi pastori con abiti così inusuali per i nostri giorni.
Ma cos’è una zampogna? Chi sono gli zampognari che allietano le nostre orecchie nel periodo Natalizio?
Ce lo racconta Giacomo Ianniello, un artigiano originario di San Clemente, frazione di Caserta. Ex Operaio specializzato, di una fabbrica dove si costruiscono treni di ultima generazione, Giacomo Ianniello ha una grande passione: costruire e suonare zampogne, per portarle poi nelle strade e nei vicoletti dei vari paesi della provincia di Caserta nel periodo natalizio.
Da decenni Giacomo, costruisce questi strumenti di eccellente qualità, ‘zampogne dolcì’ (il violino dei poveri), che deliziano, chi assiste ai suoi spettacoli, richiesti da organizzatori di feste, associazioni ed esponenti di vari spettacoli.
Passione ereditata, dal papà Vincenzo e dal nonno Giacomo, che vive attualmente insieme al fratello Ciro, trasmessa in seguito ai rispettivi figli, rigorosamente, chiamati come il nonno Vincenzo. Quella della ‘Famiglia Ianniello’ è un’arte, un mestiere che si tramanda da quattro generazioni, dove la maestria e la qualità si trasmettono con passione nei segreti di questa antica arte: ”Costruire e suonare Zampogne e Ciaramelle”.
Ciaramella o zampogna che sia in casa Ianniello è sempre Natale, la ciaramella e la zampogna sono le “regine della casa” sempre dolcemente adagiate sulla poltrona in salotto.Proprio in questo periodo dell’anno il costruttore dei magici strumenti natalizi, insieme ai suoi figli Vincenzo, Anna Lucia e Gabriele ,allietano le vie delle città con le loro melodie.
Incuriositi sempre più da questa passione per questo particolare strumento abbiamo scambiato qualche parola con il signor Giacomo Ianniello che ci ha invitati nella sua piccola “Bottega di mastro Geppetto o in questo caso di mastro Giacomo” e ha risposto ad alcune delle nostre curiosità.
Entrati siamo stati catturati subito dall’atmosfera che si respirava. Un’atmosfera magica dove spiccano il tornio, i trapani, martelli, scalpelli. In un angolo del giardino a stagionare ci sono i tronchi di legno d’ulivo e ciliegio che verranno poi trasformati in luccicanti strumenti, che uniti alle pelli di capra emetteranno dolci melodie; non a caso Giacomo è soprannominato in più parti d’Italia “Lo stradivari della Zampogna”
La zampogna ci spiega è uno strumento antichissimo: la prima della quale si abbia notizia risale al primo secolo, e tra i suoi suonatori troviamo addirittura l’imperatore romano Nerone. La zampogna, da non confondere con la cornamusa, è un aerofono. La sacca d’accumulo dell’aria, detta otre, è realizzata tradizionalmente con un’intera pelle di capra o di pecora, nella quale il suonatore immette aria attraverso un insufflatore (cannetta o soffietto), che mette in vibrazione le ance innestate sulle canne melodiche: sempre due, quella destra per la melodia, quella sinistra per l’accompagnamento e nei bordoni, detti basso e scantillo.
La compagna inseparabile della zampogna è la ciaramella, una sorta d’antenato dell’oboe, strumento ad ancia doppia alle cui note sono affidata l’esecuzione della melodia mentre la zampogna esegue l’accompagnamento.
Non sarebbe un Natale che si rispetti secondo i fratelli Ianniello senza il dolce suono della ‘zampogna ‘ che con la sua melodia, dolce e malinconica, diffonde in giro per le strade la buona novella della venuta di Gesù Bambino sulla Terra. Il Natale è alle porte e l’allegra famigliola è pronta per rallegrarci con le dolci melodie che sentiremo suonare fra le strade delle cittadine casertane.
Allora non resta che augurare a tutti “Buon Natale” naturalmente sotto il segno delle dolci note della zampogna e la ciaramella.