Arienzo. Ci lavoravano da un po’ di tempo e stavano solo aspettando il momento opportuno: quello di schiaffarlo dentro. Clemente Pelaggi, 39enne pregiudicato di Arienzo, ha sempre fatto la droga, è uno della vecchia guardia, uno dei colonnelli più esperti della solita scuderia dei signori della droga sanfeliciana.
Eppure lo hanno beccato come un tonno in un barile.
Onestamente non se ne poteva più, questo fruttivendolo spacciatore aveva fatto inorridire tutti i residenti della frazione Capodiconca, c’era un via vai continuo di acquirenti di cocaina, lo abbiamo già detto nelle scorse settimane, questa zona è diventata la base dello spaccio arienzano. Stasera in tanti udendo la sirene dei carabinieri hanno festeggiato stappando bottiglie di spumante.
In questa mini Scampia non c’è solo Pelaggi, ci lavora anche qualcun altro.
Il maresciallo Marino della locale stazione questa volta l’ha organizzata bene, e ha circondato la casa del fruttivendolo spacciatore. E’ stato mandato in avanscoperta un carabiniere in borghese, vestito maluccio, nella parte dell’acquirente. Questa volta le vedette non hanno funzionato e così si è presentato alla porta (Pelaggi lo dice sempre: “Occhio a chi mi mandate”).
Pelaggi ha allungato una bustina per vendere e il compratore ha tirato fuori il tesserino.
Dopo un minuto la villa è stata circondata da diverse pattuglie e sono arrivate anche le unità cinofile. Bisogna dare atto a Marino di aver fatto davvero un bel colpo, dopo le formalità di rito per il 39enne si sono aperte le porte del carcere per spaccio di coca, è stato anche sequestrato un quantitativo.
Pelaggi è uno a cui piace fare la bella vita, almeno fino a qualche tempo fa. Vacanze di un certo livello, anche a Disneyland, direttamente da Topolino, con tutta la famiglia “unita”, questo però accadeva poco più di due anni fa.
Un padre anche molto affettuoso nei confronti dei figli e che stasera si è andato a fare un giro nelle patrie galere…
Come lui ce ne sono tantissimi, che fanno la bella vita con i soldi dello spaccio, uno dei motori dell’economia di queste zone e che ha permesso ai pochissimi fortunati anche di investire i proventi in attività a prima vista lecite.
La maggior parte invece ha fatto una brutta fine, i soldi guadagnati li hanno spesi per gli avvocati e quando finivano in cella venivano traditi dalle mogli, sedotte dai ‘vip’ del settore.