Geometra ucciso per errore dal clan, le condanne. NOMI E FOTO

Marcianise/Maddaloni. La Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato due condanne a 30 anni ciascuno per due esponenti del clan Belforte, cosca attiva dalla fine degli anni ’80 al 2000 nel Casertano. Le condanne confermate riguardano Pasquale Cirillo e Antonio Bruno, di Marcianise già da tempo detenuti per l’omicidio di Vittorio Rega. Il delitto fu commesso 23 anni fa a Maddaloni nell’ambito di una faida camorristica. Nel collegio difensivo sono stati impegnati gli avvocati Franco Liguori e Alessandro Barbieri.

LA RICOSTRUZIONE

Rega venne ucciso nelle campagne di Maddaloni il 30 luglio 1996 per un errore di persona. Le indagini, sviluppate dalla Squadra Mobile casertana, hanno confermato la matrice camorristica dell’agguato, considerato un atto criminale tra i più efferati di quegli anni e che, l scosse l’opinione pubblica.

Vittorio Rega fu ucciso perché guidava una macchina identica a quella del vero obiettivo del raid, Giovanbattista Tartaglione, storico affiliato al clan Piccolo che, appena due mesi dopo l’omicidio di Vittorio, fu rinvenuto carbonizzato nelle campagne di Caivano, all’interno di un’auto. La mattina del 30 luglio 1996 la Polizia intervenne in località Fontana Olmo Cupo per segnalazione di un uomo ferito. Gli agenti trovarono un’auto con il motore spento, il freno di stazionamento azionato e lo stereo ad alto volume.

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