Caserta. Una serie di documenti inediti e clamorosi, secondo i quali Giuseppe Conte, nella vicenda del concorso all’universita’ e del suo rapporto professionale con il maestro e mentore Guido Alpa, non avrebbe detto tutta la verità”: è il contenuto del servizio di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti che le Iene manderanno in onda staseraalle 21.15. Lo annuncia il programma di Italia 1 sul sito. Il servizio proporra’, si legge: “Una serie di documenti clamorosi che smentiscono tutte le versioni date sinora dal premier su questa storia”.
Come primo ‘assaggio’ del servizio annunciato per stasera sulla vicenda del concorso universitario vinto da Giuseppe Conte e dei suoi rapporti con Guido Alpa le Iene pubblicano sul loro sito un “documento esclusivo”, la lettera di incarico inviata dal Garante per la privacy, risalente al 29 gennaio 2002, “per fare assumere la propria difesa nell’ambito di quella causa, una controversia tra Rai, Garante e Agenzia delle entrate, aperta al Tribunale civile di Roma.
La lettera ha un unico numero di protocollo, e’ inviata a un unico studio legale, presso un unico indirizzo e indovinate – scrivono le Iene – a chi e’ indirizzata? ‘Al Prof. Guido Alpa e al Prof Avv. Giuseppe Conte, Via Sardegna, 38, Roma’”. La lettera di incarico recita cosi’: “Con riferimento alla controversia in oggetto, e a seguito dell’indisponibilita’ manifestata dall’Avvocatura dello Stato che ha assunto la cura degli interessi della controparte, il garante prega le SS.VV., ai sensi dell’art. 17 del reg. n. 1/2000 del garante e dell’art. 43 del r.d. del 30 ottobre 1993, n.1611, di assumere la difesa di questa Autorita’ come da procura che verra’ sottoscritta dal Presidente”. “A questo punto – chiosa il programma di Italia 1 – ci chiediamo: perche’ mandare un’unica lettera ai due professionisti se, come ha sostenuto Giuseppe Conte, si trattava di due incarichi distinti e non c’era un’associazione ne’ di diritto ne’ di fatto e soprattutto se quell’incarico fu pagato con due fatture separate? E perche’ Conte non ci ha mai mostrato, come piu’ volte da noi richiesto, la fattura intestata a lui?”.
La lettera e’ arrivata “sei mesi prima che si concludesse il concorso universitario di Caserta. Stando a questa lettera, inoltre, emerge un’altra cosa che non torna rispetto alle versioni precedenti e non e’ di poco conto: Giuseppe Conte nel 2002 non avrebbe aperto un nuovo studio con Guido Alpa come indicato sul suo curriculum, e non sarebbe neanche stato in affitto al piano superiore dello stesso stabile a via Cairoli, dove Alpa aveva al piano di sotto un suo studio separato, come sostenuto in una lettera al direttore di Repubblica l’8 ottobre 2018. Al contrario – si legge ancora – come si evince dal documento mostrato in esclusiva dalle Iene, l’avvocato Conte era domiciliato presso lo studio Alpa in via Sardegna, dove lo stesso Guido Alpa in un’intervista mai smentita racconta che il giovane Conte fosse suo ospite”. La ‘iena’ Antonino Monteleone ha chiesto spiegazioni allo stesso premier: la risposta – annunciano – andra’ in onda stasera.
“Il presidente del Consiglio Conte – si legge sul sito delle Iene – ha mentito agli italiani sul concorso con il quale nel 2002 e’ diventato professore ordinario di diritto privato all’Universita’ di Caserta “Luigi Vanvitelli”? Il professor Guido Alpa, gia’ mentore e amico di Giuseppe Conte, era incompatibile nel ruolo di commissario d’esame di Giuseppe Conte? Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, nel servizio in onda stasera a Le Iene su Italia1, tornano sulla vicenda del concorso universitario sostenuto da Giuseppe Conte a Caserta, nel quale uno dei commissari era proprio il professore Guido Alpa. Lo fanno mostrandovi in esclusiva una serie di documenti clamorosi che smentiscono tutte le versioni date sinora dal premier su questa storia”.
Nelle precedenti puntate dell’inchiesta – ricordano le Iene – Monteleone e Occhipinti “si erano chiesti se si fosse trattato di un concorso universitario regolare, dato che un’eventuale comunanza di interessi economici tra commissario d’esame e candidato avrebbe fatto scattare l’incompatibilita’ di Alpa come esaminatore di Conte. Il premier ha mentito, quando ha parlato dei suoi rapporti di lavoro con Alpa? Se i documenti di cui Le Iene sono entrati in possesso fossero autentici, si puo’ sostenere che la sua nomina a professore ordinario di diritto privato sarebbe avvenuta irregolarmente? Dei rapporti con Alpa aveva gia’ parlato lo stesso Conte nel suo curriculum vitae: ‘Dal 2002 ha aperto con il prof. avv. Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, diritto societario e fallimentare’. Per stessa ammissione di Conte si sarebbe trattato di uno studio a Roma, a via Cairoli, dislocato su due piani, in cui il giovane Conte occupava il piano superiore, ma aveva in realta’ un unico numero di telefono e una stessa segretaria, pagata da entrambi”. “Giuseppe Conte, in una lettera al quotidiano La Repubblica dell’8 ottobre 2018 – prosegue la nota delle Iene – si era giustificato spiegando che all’epoca Conte e Alpa erano ‘coinquilini’, trattandosi di una semplice condivisione della segreteria e del numero telefonico, ma con distinte attivita’ professionali e in spazi diversi, Alpa al primo piano e Conte al secondo, per cui ognuno avrebbe pagato il suo affitto separatamente. Nulla di piu'”. Il programma ricorda poi di aver “raccontato della causa del 2002, nella quale Guido Alpa e Giuseppe Conte hanno entrambi difeso l’Autorita’ garante della privacy. Una causa per la quale, aveva tenuto a precisare Giuseppe Conte, per stroncare i dubbi su una eventuale comunanza di interessi economici tra i due, ognuno aveva fatturato per conto suo”.
Le Iene “hanno fatto ben due diverse richieste di accesso agli atti per verificare che quanto dichiarato dal premier fosse vero, ma l’Autorita’ per la Privacy le ha sempre respinte. E avevano anche chiesto a Conte di mostrare, all’insegna della massima trasparenza, almeno la sua fattura relativa a quell’incarico presso il Garante della Privacy, relativamente al primo grado. Il premier pero’ – sostengono – non ci ha mai mostrato la sua fattura o qualsiasi altra cosa dimostrasse che quanto da lui dichiarato fosse vero”.