Trentola Ducenta. Niente scarcerazione. Resta recluso nella casa circondariale di Secondigliano dove è detenuto da una settimana don Michele Mottola, il sacerdote accusato degli abusi ai danni di una bimba di undici anni. Il gip ha respinto l’istanza presentata dal legale di Mottola.
Per il prete ora l’ultima speranza per ottenere gli arresti domiciliari richiesti è il ricorso al tribunale del Riesame. Nel corso dell’interrogatorio dei giorni scorsi si era avvalso della facoltà di non rispondere pur confermando le accuse a suo carico in una breve dichiarazione spontane.
“Sono pentito di quello che ho fatto, chiedo scusa alla famiglia della ragazzina” ha detto dopo aver deciso di non rispondere alle domande del Gip che giovedi’ scorso lo ha spedito in galera su richiesta della Procura guidata da Francesco Greco. Don Michele era gia’ stato sospeso dal servizio su decisione del vescovo della Diocesi di Aversa nello scorso mese di maggio, quando era venuta alla luce la vicenda. E’ stata la stessa vittima degli abusi di don Mottola a incastrarlo dopo aver registrato con il telefonino le conversazioni private avute con il sacerdote nella canonica della parrocchia, dove sarebbero avvenute le molestie.