Caserta/Maddaloni. E’ un ex operatore sociosanitario proveniente da Maddaloni l’uomo che nella notte tra lunedì e martedì ha sferrato due pugni ad un infermiere al pronto soccorso del Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. E’ questo lo scenario, piuttosto beffardo, che emerge dalle indagini sull’episodio.
Il ferito ha riportato per fortuna solo contusioni al collo e al braccio, ma la vicenda ha creato comunque scalpore anche perchè è giunta una settimana dopo un’altra irruzione piuttosto chiacchierata, quella del broker Paolo Sforza, noto ormai al grande pubblico come il “tuffatore della Reggia”. Al momento sono ancora in corso le indagini sull’ultima aggressione: stando a quanto emerso un 70enne proveniente da Maddaloni e in evidente stato di alterazione, dopo una lite familiare, sarebbe entrato in pronto soccorso chiedendo del bagno.
Poco dopo è scattata la violenza. Un’azione fulminea, quella del 70enne che si è poi dileguato prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
“Aggressione numero novantasei del 2019, secondo la statistica dell’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, negli ospedali napoletani e un secondo caso a Caserta, al Sant’Anna e San Sebastiano. Due casi in poche ore, a confermare quanto il problema delle violenze in corsia ai danni di medici e personale sanitario abbia assunto contorni emergenziali. La prima aggressione si è verificata al Monaldi dove un medico è stato colpito da un calcio sferrato da un paziente, trovandosi costretto a ricorrere alle cure del Cto. La seconda ha visto come vittima un infermiere che è stato colpito con due pugni da un individuo che stava già infastidendo i presenti nel pronto soccorso dell’ospedale casertano”.
Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi e membro della commissione Sanità Francesco Emilio Borrelli. “Da tempo ribadiamo la necessità di dotare i pronto soccorso di presidi fissi di polizia per prevenire comportamenti violenti da parte di degenti e accompagnatori ma c’è anche da sviscerare il tema dell’inciviltà che caratterizza alcuni individui. Non c’è alcuna giustificazione per chi aggredisce un medico, un infermiere o l’operatore di un’ambulanza. Occorre un’inversione di tendenza sul piano dell’educazione, è stucchevole che chi lavora al servizio degli ammalati debba temere per la propria incolumità”.