Ridotto in coma, giudici non credono a vittima: assolti Peppe a Tigre e figlio. Sono già liberi

 

Caserta/Marcianise. Colpo di scena nella vicenda che portò all’arresto di Peppe a Tigre e del figlio. I giudici hanno mandato assolti con formula piena il 45enne parcheggiatore abusivo di Caserta Giuseppe Rinaldi e per il figlio 20enne Gianfranco. Rispondono del tentato omicidio di Fabio B., 17enne di Marcianise. I giudici non hanno ritenuto credibile nemmeno la testimonianza della vittima, scagionando i due: sono stati ritenuti dunque estranei ai fatti avvenuti un anno fa tra Caserta e Marcianise. Accolta la tesi del legale dei due, difesi dall’avvocato Nello Sgambato.

Il giovane finì in coma dopo essere stato travolto al termine da un folle inseguimento cominciato in piazza Dante a Caserta e terminato in via Retella a Capodrise, dove il diciassettenne venne lasciato agonizzante sull’asfalto. Fabio, risvegliatosi dal coma, ha riferito ai congiunti prima ed ai militari operanti poi, che la dinamica del sinistro stradale che lo aveva visto coinvolto era tutt’altro che accidentale. Poco prima aveva avuto una lite in Caserta, in seguito alla quale secondo la sua versione in due due, a bordo di un’autovettura, lo avevano inseguito e poi speronato all’altezza di Capodrise.

Le conseguenze per il povero Fabio furono  gravissime: scoppio di tre vertebre, la frattura del bacino in più punti, lesioni agli arti e danni tali che hanno determinato la perdita dell’uso di una mano.

 

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