“Qual omicidio, chill se vuttat iss annanz”: la telefonata all’amico del tifoso azzurro arrestato

 

Regionale. “Qual omicidio, chill se vuttat iss annanz a machin, frà”. Cosi’, intercettato il 6 aprile mentre parlava in dialetto con un amico, Fabio Manduca, il tifoso napoletano arrestato oggi, faceva riferimento all’investimento di Daniele Belardinelli prima di Inter-Napoli del 26 dicembre 2018. Una telefonata dalla quale, scrive il gip Guido Salvini, “emerge con chiarezza che Manduca ha piena consapevolezza dell’investimento” e cerca di giustificarsi.

Gli interrogatori

“L’accelerazione del mezzo (…) ha di fatto creato un varco sulla strada (…) Dopo pochi metri, mi avvedevo del corpo di una persona a terra”. Cosi’ in un interrogatorio uno dei passeggeri dell’Audi A3, superata dalla Kadjar guidata da Fabio Manduca, il tifoso napoletano arrestato per l’omicidio di Daniele Belardinelli, ha fornito elementi riscontrati nelle indagini. Inchiesta, per il gip Guido Salvini, caratterizzata dall’omertà: nessun “tifoso interista” ha “avuto la sensibilità di presentarsi agli investigatori”. 

Il profilo di Manduca tra curva e amicizie pericolose

Per Fabio Manduca, arrestato oggi per l’omicidio volontario del tifoso Daniele Belardinelli, l’unica misura adeguata è il carcere visto che ogni altra opzione “non limiterebbe in maniera efficace i contatti dell’indagato con soggetti appartenenti all’ambiente ultra e affini alla criminalità organizzata”. E’ uno dei passaggi della richiesta di custodia cautelare firmata dai pm di Milano, Maria Letizia Mannella, Michela Benedetta Bordieri e Rosaria Stagnaro, titolari dell’inchiesta. Nella misura si evidenzia come nell’investimento Manduca abbia diretto l’auto “in accelerazione in direzione della vittima senza alcuna manovra diretta ad evitarne l’investimento e il sorpassamento del corpo”, denotando una “particolare indole violenta dell’indagato ed una elevata pericolosità criminale”. Dalla nota della Digos emergono i suoi precedenti per furto, ricettazione, truffe e commercio di prodotti falsi, legami con il gruppo ultras dei Mastiffs, oltre che vicinanza con personaggi legali alla criminalità organizzata.

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