Auto di lusso, 167 coinvolti nell’inchiesta: l’ombra dei clan sulle società. Truffati pure vip e giocatori di serie A

Caserta. Emergono nuovi particolari nell’inchiesta sul giro internazionale di auto di lusso e che ha portato ad alcune attività anche nel Casertano. Le indagini della Guardia di Finanza di Isernia hanno, in stretta sinergia con l’Agenzia delle Entrate di Isernia, hanno permesso di “disarticolare una mega frode in danno dell’Unione Europea e dell’Italia, messa in atto da un consolidato gruppo criminale che operava con base stabile in Italia e proiezioni internazionali”. Sono stati impiegati sofisticati metodi investigativi che hanno consentito di tracciare la filiera criminale per la commercializzazione di auto di lusso: dalla falsificazione documentale all’evasione transnazionale dell’Iva intracomunitaria non versata: 1576 le auto di lusso, illecitamente nazionalizzate tra cui Ferrari, Porsche, Maserati, Bentley, Jaguar, Mercedes, Audi, Bmw, Land Rover; 7.499.220,05 euro di Iva evasa, 51.572.268,86 euro di imponibile relativo all’emissione di fatture soggettivamente e/o oggettivamente inesistenti”.

Complessivamente 167 le persone coinvolte a vario titolo con 159 concessionarie auto italiane e 9 societa’ estere, oltre a una miriade di aziende minori tra Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo, Marche, Sicilia, Puglia e Molise. E’ stata rilevata la presenza, inoltre, di due grossi gruppi commerciali operanti rispettivamente nel Lazio e in Campania, risultati contigui con gruppi della criminalita’ organizzata, in particolare esponenti del clan dei Casalesi operanti nel basso Lazio e clan camorristici dell’area vesuviana e nocerinosarnese.

Auto comprate da calciatori di serie A e vip

È stata accertata, nel corso delle indagini, la presentazione di documentazione riguardante 64 auto Porsche, fatte passare per Ford Galaxy, sfruttando la similitudine delle iniziali dei telai WP0 per Porsche e VF0 per Ford: da qui l’attività d’indagine denominata ‘Operazione Galaxy’. Un altro sistema di frode si basava sulla simulazione di finte importazioni di autoveicoli nuovi, provenienti da territori dell’Unione europea a fiscalità agevolata, come le isole Canarie, che godono da un punto di vista fiscale e doganale di un trattamento diverso rispetto alla Spagna continentale.

L’acquisto di merce dalle isole Canarie, infatti, non costituisce acquisto intracomunitario, ma vera e propria importazione secondo il codice doganale comunitario (Regolamento Cee 2913/92/CE). A tale scopo venivano predisposte finte bollette doganali attestanti l’importazione dei veicoli con assolvimento degli oneri fiscali (tributi doganali e Iva). La documentazione prodotta veniva posta a corredo delle varie pratiche d’immatricolazione, dove la Mctc, non trovandosi nei canonici casi di nazionalizzazione per i quali era previsto un controllo preventivo dell’Agenzia delle entrate (Iva al margine e pagamento a mezzo F24), non faceva altro che avallare l’impianto documentale, procedendo alla conseguente immatricolazione. Tra gli ignari clienti c’erano, oltre a imprenditori, professionisti di spicco e personaggi pubblici, tra cui anche noti calciatori di serie A.

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