Caserta. A nove anni dal delitto che sconvolse la Campania restano tanti misteri irrisolti, nessun colpevole e un solo nome iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Il nome di Lazzaro Cioffi, l’ex brigadiere originario di Casagiove e in servizio per 17 anni a Castello di Cisterna, è rimbalzato anche ieri nel lungo servizio realizzato da Giulio Golia e trasmesso da “Le Iene” sul misterioso assassinio del sindaco pescatore.
Un lavoro certosino nel quale Golia ha sentito tutti: la moglie di Vassallo, i figli, i fratelli, gli amici, ma anche Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri ora al comando provinciale di Frosinone e che si attivò nelle indagini benchè fosse solo in vacanza ad Acciaroli. Cagnazzo, estraneo all’inchiesta, ha lavorato per anni proprio con Cioffi, l’unico indagato. “Gli ho voluto bene tantissimo, ma è un coglione. Ha sbagliato pagherà” ha confessato a Golia. “Cioffi non è stato lui, era troppo ignorante. Da solo non si comprava neanche le sigarette”. All’ex brigadiere non venne fatta però la prova dello stub, cosa che avvenne invece col “brasiliano”, la prima pista seguita dalla Procura di Vallo della Lucania e poi risultato del tutto estraneo.
I misteri però sono tanti a partire dalla telefonata fatta da Angelo Vassallo al procuratore prima del delitto. “Senti, io devo parlare con te urgentemente” disse Vassallo e il procuratore gli rispose che si sarebbero visti il giorno dopo e che si sarebbero incontrati la mattina dopo
“La serata stessa Angelo venne ucciso” dichiara il fratello. Nove colpi di pistola da distanza ravvicinata.
Ma i misteri sono tanti, le voci pure troppe: dalle relazioni amorose al fantomatico container della droga fino alla chiassosa cena fatta nel locale del fratello dai carabinieri proprio poche ore prima del delitto.
La vicenda
Sono trascorsi nove anni da quando, il 5 settembre del 2010, veniva assassinato Angelo Vassallo, il sindaco cilentano di Pollica. Il corpo di Vassallo, crivellato da sette dei nove colpi esplosi da una pistola calibro 9, venne ritrovato nella sua auto a pochi metri dalla propria abitazione. Una vera e propria esecuzione in perfetto stile camorristico i cui mandanti ed esecutori materiali non hanno ancora un nome. Da allora, sono state numerose le piste percorse dagli inquirenti per venire a capo della verità: dagli interessi legati alla speculazione edilizia nel territorio, verso i quali il “sindaco pescatore” si era sempre opposto, fino allo spaccio di droga, contro il quale Angelo Vassallo aveva avviato una vera e propria guerra personale.
Finito nel mirino degli inquirenti Bruno Humberto Damiani, un italo brasiliano legato agli ambienti della droga. La pista è stata accantonata e nel 2018, ci si è focalizzati su un’altra ipotesi. Al centro delle indagini della Dda, l’ex carabiniere di Castello di Cisterna, , Lazzaro Cioffi, finito in carcere perché accusato di collusioni col gruppo Ciccarelli-Fucito di Caivano e che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere coinvolto nell’assassinio del sindaco cilentano. Cioffi però si è sempre trincerato nel silenzio su questa vicenda. L’indagine è ancora aperta.
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