Pozzuoli. A loro forse nemmeno sarebbe piaciuto essere definiti eroi. Come ogni poliziotto avrebbero risposto con un sorriso e con la frase “Eroi? E’ il nostro lavoro”. Eppure Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due agenti uccisi venerdì pomeriggio da un dominicano nella questura di Trieste qualcosa di eroico lo hanno fatto pochi giorni prima di morire, salvando un ragazzo di 15 anni che stava tentato il suicidio.
A svelare questa azione è la pagina ufficiale della Polizia di Stato: “Dieci giorni fa quando la loro volante 2 fu inviata su un ponte stradale dove era stato segnalato un tentativo di suicidio. I due poliziotti trovarono effettivamente un aspirante suicida. Un quindicenne, con un rapporto molto complesso con la famiglia, voleva farla finita. Pierluigi e Matteo, con la calma e la pazienza di due fratelli maggiori, convinsero l’adolescente a rinunciare e a provare a risolvere i problemi in un altro modo. Poi, con la semplicità di chi pensa di aver fatto solo il proprio dovere, tornarono in ufficio, contenti per quel ragazzo. In fondo era troppo giovane per morire. Esattamente come lo sarebbero stati loro, 10 giorni dopo; con un finale, purtroppo, diverso.”
Per quel 15enne Matteo e Pierluigi saranno per sempre gli angeli custodi che gli hanno salvato la vita. Per i colleghi erano semplicemente “i figli delle Stelle”. Definizione mutuata dalla canzone di Alan Sorrenti e adottata per caso, tra turni di notte e servizi in strada, ma che li accompagnava sulla “volante 2”. Ora i “figli delle Stelle” sono davvero lassù tra le stelle.
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