Pressioni del clan per evitare proteste in clinica, sentenza ribalta tutto: scagionato pure medico

Capua/Santa Maria Capua Vetere. A nove anni dal primo pronunciamento, c’è il verdetto che ribalta tutto. La Corte di Appello ha emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti di due imputati accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I giudici hanno escluso l’aggravante del metodo mafioso e riconosciuto la prescrizione dei reati per Carlo Napoletano, considerato all’epoca vicino di Casalesi, e per il medico di Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Merola.

In primo grado erano stati condannati a 8 anni. Secondo l’accusa avrebbero esercitato pressioni sui dipendenti della clinica Villa Fiorita di Capua per evitare proteste sindacali.  I due imputati sono assistiti dagli avvocati Paolo Di Furia e Gabriele Amodio.

L’ortopedico, all’epoca azionista della struttura, era stato tirato in ballo da un collaboratore di giustizia ma si era sempre professato innocente, affermando di non aver mai fatto pressioni sui dipendenti per cancellarsi delle organizzazioni sindacali o per evitare manifestazioni di dissenso.

 

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