Caserta. «Mio figlio non me lo ridarà nessuna sentenza. Però, almeno, è stata fatta giustizia». Sono le parole dette da Giuseppe Natale, 55 anni, un attimo dopo la pronuncia della condanna a un anno di reclusione con l’accusa di omicidio colposo dell’ortopedico Felice Carsillo, accusato di un aver causato la morte del 21enne casertano Domenico Natale, confondendo un tumore osseo con una frattura al ginocchio. Errore che – secondo l’accusa – ha comportato l’amputazione della gamba del ragazzo, l’esplosione di una neoplasia fin lì latente, l’amputazione dell’arto e infine la morte provocata dal tumore estesosi nel corpo.
Condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) oltre al pagamento delle spese processuali, al risarcimento del danno in favore delle parti civili e al compenso dei difensori, l’ortopedico romano Felice Carsillo che il 13 giugno 2013 operò Domenico Natale, morto il 30 ottobre 2014 in seguito a un intervento chirurgico giudicato sbagliato. Nell’aprile del 2013, Domenico, tornando a casa, borbotta con il papà di avere dolore a una gamba. Il 4 maggio fa una lastra alla «Casa di cura nuova Itor» su disposizione dell’ortopedico Carsillo, che esaminando la radiografia, diagnostica la presenza di una frattura e ordina l’operazione. L’intervento ha un effetto devastante perché il tumore, fino a quel momento latente, esplode. Da due noduli se ne generano dieci. A giugno è necessario amputare la gamba. Un anno dopo, il 30 ottobre del 2014, Domenico muore.