Aversa. Autoriciclaggio e reati tributari con finalità di terrorismo: con queste accuse i carabinieri del R.O.S. e i finanzieri del G.I.C.O. dell’Aquila stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 indagati (8 di origine tunisina e 2 italiani). L’operazione è scattata nell’ambito di un’indagine coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo dell’Aquila. Gli indagati, secondo l’accusa, tramite alcune società distraevano ingenti somme di denaro, in parte frutto di evasione fiscale, da destinare anche al finanziamento di attività riconducibili all’organizzazione radicale islamica ”Al-Nusra”, nonché in favore di Imam dimoranti in Italia, tra cui l’imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro, nel Teramano, già condannato in via definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale. In corso anche il sequestro di somme ed immobili per oltre un milione di euro.
Il principale indagato nell’inchiesta sul terrorismo scoperta dalla Procura antiterrorismo dell’Aquila e’ un tunisino, finito in carcere nell’operazione di stamani, che commerciava in tappeti e ristrutturazioni edili. L’uomo risiedeva a Torino ma aveva la dimora ad Alba Adriatica (Teramo), come emerso nella conferenza stampa di stamani all’Aquila, ed organizzava il trasferimento di denaro in Siria e Turchia anche per “favorire il passaggio di aspiranti terroristi” in quei paesi. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il tunisino aveva contatti con l’iman della moschea di Bari (la moglie era dipendente fittizia di una societa’ a lui riconducibile) e con quello di Aversa) ospitato nella sua abitazione di Alba Adriatica (Teramo) in occasione di un sermone celebrato nella moschea di Martinsicuo (Teramo).
Il denaro per il finanziamento al terrorismo islamico veniva trasferito con operazioni illegali tra cui fatturazioni false, con trasferimenti con corrieri e denaro contante, sotto la soglia di Legge. In un giorno e’ stata documentata dagli inquirenti anche una raccolta di denaro di 30 mila euro, fatta transitare su un conto corrente tedesco poi in uno svedese. Movimenti che ammontano a oltre un milione di euro. “Numerose le intercettazioni telefoniche – ha detto il generale di Divisione del Ros, D’Angelosanto – nelle quali gli indagati parlano della Siria e dell’Iraq, fanno riferimento ad una formazione combattentistica Al Nusra, molto radicata sul territorio siriano verso la quale indirizzavano gli aspiranti combattenti, aspetto che ha consentito all’autorita’ giudiziaria di contestare al tunisino K.J. l’aggravante della finalita’ di terrorismo”