Interrogato durante funerali, prime ammissioni del pirata: “Ho sentito qualcosa sul parabrezza”. Resta in cella

CASTEL VOLTURNO. “Ci riteniamo davvero soddisfatti per il lavoro svolto dal GIP di Santa Maria Capua Vetere, che ha provveduto all’arrestato dell’assassinio di Castel Volturno, senza ricorrere ai soliti arresti domiciliari. Questo è il segno che la magistratura sta dando il giusto peso ai casi di omicidio stradale”. A parlare è il responsabile di sede Aversa ed Agroaversano dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Biagio Ciaramella, a seguito della convalida di fermo per Girniak Mikola, di 37enne, che, nella serata di sabato 17 agosto, presso vie delle Acacie in Castel Volturno, ha investito ed ucciso Giorgio Galiero, 34enne, senza prestargli alcun tipo di soccorso. 

L’ucraino, alla guida di un BMW X6, aveva ammesso, nell’interrogatorio svolto dagli inquirenti, di aver sentito qualcosa abbattersi sul parabrezza della sua auto, ma di non essere sceso a controllare cosa fosse. L’’ uomo, domiciliato in Licola, aveva anche dichiarato di essersi sottratto ai controlli perché consapevole di aver bevuto qualche drink di troppo. Il giudice ha ritenuto opportuno convalidare il fermo ed applicare  la misura cautelare in carcere, avendo constatato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza. 

“Pensiamo che tutti i giudici dovrebbero prendere esempio, anche perché se il  20 agosto 2019 il GIP avesse deciso di liberare l’assassino, sarebbe stata una vergogna, dato che nella stessa giornata e alla stessa ora si sono tenuti i funerali del 34enne e l’intera famiglia era stravolta dal dolore – afferma l’aversano -. Ringraziamo ancora il tribunale  di Santa Maria Capua Vetere per il lavoro svolto, confidando nel suo operato anche per quanto concerne i casi in corso e quelli in futuro. Chiediamo ad alta voce di collaborare con le associazioni affinché diminuiscano le vittime, facendo capire che anche per gli omicidi stradali ci saranno pene severe e certe. Noi saremo sempre presenti e segnaleremo tutti i casi di arresti domiciliari, affinché al processo l’assassino venga mandato direttamente in galera. Ci mostriamo vicini e disponibili alla famiglia del 34enne. Non devono esistere attenuanti; chi sbaglia deve iniziare a pagare sin da subito nella fase di attesa del verdetto. È necessario che il proscioglimento avvenga solo dopo accurate indagini condotte sul caso. Basta vittime”.

Dello stesso parere il presidente dell’Associazione italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti: “Finalmente abbiamo assistito ad un’interpretazione da parte di un GIP davvero magistrale. La convalida di fermo rappresenta un importante traguardo raggiunto nei processi su piano nazionale. Siamo contenti per l’accoglimento della segnalazione che abbiamo fatto qualche giorno fa a mezzo stampa e che era finalizzata alla reclusione di una persona che, a nostra parere, ha commesso un delitto gravissimo nei confronti della comunità. E’ una piccola luce in questa tenebrosa vergogna. Ricordiamoci che il giudice ha sempre un’importante prerogativa interpretativa in relazione all’applicazione delle leggi e, questa volta, ha ritenuto sussistenti il pericolo di reiterazione del reato, di fuga e di inquinamento delle prove. Non accade sempre, ma in un caso come questo, ci è parso sin da subito impossibile concedere delle attenuanti. Il provvedimento del GIP è coraggioso, perché avrebbe potuto optare per la scarcerazione diretta, e rende giustizia alla famiglia della vittima.  Spero quest’atteggiamento venga preso come esempio nella grande lotta alla strage stradale – conclude – di cui ognuno di noi  deve far parte”.

 

Nella foto Giorgio Galiero, la vittima

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