Il macellaio: “Sono arrivati in 2 armati e ci hanno minacciato, poi sono tornati a Santa Maria a Vico”

Forchia/Arienzo. I carabinieri della compagnia di Montesarchio sono stati bravi a riscostruire la vicenda dell’accoltellamento del clochard Maurizio Mansuetini, per cui è ai domiciliari il 18enne dei Crisci Cristian De Francesco.

Lo hanno fatto in tempi record, nonostante il tentativo dell’indagato Mario Verlezza (libero con obbligo di dimora) di portarli fuori strada, dichiarando cose diverse per giustificare di aver nascosto il router delle telecamere della sua multiattività di macelleria, paninoteca e vendita di autoveicoli.

 

Verlezza ha dichiarato ai carabinieri che quella notte sono venute due persone sui vent’anni in sella ad un motorino, uno dei quali mostrava una pistola alla cintola chiedendogli il registratore delle telecamere.

I due avrebbero detto: “Dacci questo registratore altrimenti ti diamo fuoco all’attività”.

Verlezza ha raccontato che sono finanche entrati nella paninoteca, seguendolo e gli hanno imposto di staccare i fili e di darglielo, cosa che ha raccontato ai carabinieri di aver fatto, poi gli avrebbero detto: “Mi raccomando non hai visto nulla, non dire nulla”.

I due incursori sarebbero poi scappati verso Santa Maria a Vico.

Ma la versione del macellaio di Forchia è andata a cozzare con quella della figlia che lavora con lui.

 

La ragazza ha fatto riferimento al clochard, seminudo, cosa che non ha detto il padre e ha raccontato che le è stato chiesto di dal padre di staccare il registratore delle telecamere e di nasconderlo.

Ha parlato di un’ambulanza e aveva intuito che era solo successo qualcosa.

Viste le versioni così contrastanti i carabinieri si sono recati nella casa della famiglia Verlezza e con l’ausilio del fratello di Mario e su indicazione della nipote hanno ritrovato il registratore delle telecamere sepolto in una busta all’interno del terreno antistante.

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