“La villetta dei Dik Dik (anzi no)!”

Maddaloni. “Dove andiamo stasera a prendere un pò di fresco” è la classica domanda che si pone chi resta in città ad Agosto, sia che si tratti di chi già è stato in vacanza a luglio o di chi, purtroppo, non può per svariati motivi. Le risposte sono sempre le stesse, almeno per chi può spostarsi con l’auto e fari pochi chilometri, ovvero Casertavecchia, San Leucio e la collina del Santuario di San Michele Arcangelo.

 

 

Chi, invece, vuole o deve restare a Maddaloni ha poche possibilità di scegliere dove trascorrere qualche serata, soprattutto per chi ha dei figli piccoli “le alternative sono due” come direbbe Massimo Troisi, o la villa Imposimato o…la villa Imposimato. Peccato che sono arrivate diverse segnalazioni da genitori preoccupati per la scarsissima illuminazione.

 

 

Infatti, dopo il calar del sole, la villetta comunale sembra trasformarsi da luogo di divertimento per bambini ad un set degno di Gomorra, con comparse annesse. Quasi tutte le luci sono spente e le pochissime accese illuminano a stento qualche metro quadro, mettendo a repentaglio l’incolumità di bambini e genitori costretti ad andare via.

 

 

Chi, invece, resiste anche al buio sono gli “ospiti storici” della villetta, una sorta di “custodi ad honorem” che continuano imperterriti a trascorrere le loro giornate all’ombra della “Madunnina” maddalonese. Mentre cerchiamo di fare domande per capirci qualcosa in più, arriva la “spiegazione geniale” del tizio seduto in fondo che da una nuvola di fumo e un quadro di peroni ci riferisce con la sua “saggezza” che, ormai, è diventata la “villetta dei Dik Dik” perchè… “han spento già la luce”. Quando si dice la fantasia al potere.

 

 

I più giovani non sanno che si tratta della frase iniziale della canzone “Senza luce”, versione italiana scritta da Mogol e interpretata dai Dik Dik nel 1967, dalle note di “A whiter shade of pale” dei Procol Harum. Una delle musiche più belle di sempre e utilizzata come colonna sonora di diversi film, tra questi “I cento passi” nella scena finale del funerale dell’eroe Peppino Impastato.

 

 

Speriamo che chi di dovere intervenga subito e sul serio, con o senza ironia, per risolvere tale situazione, affinché le persone possano camminare senza preoccuparsi di dove mettere i piedi e i bambini giocare liberamente, magari riuscendo a compiere insieme tranquillamente “I cento passi” verso un futuro migliore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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