La banda fa terra bruciata intorno al figlio del ras: “E’ stato lui, andrà all’inferno”. Svolta nei cellulari della gang

San Cipriano d’Aversa. Dopo il silenzio quasi compatto negli interrogatori di garanzia, gli arrestati per la strage di Corinaldo puntano ad essere ascoltati dai magistrati di Ancona. È quanto filtra dagli avvocati dei sei giovani, sui quali pesa anche l’accusa di omicidio preterintenzionale per i sei morti alla Lanterna Azzurra, e del 65enne presunto ricettatore. Lo riporta la stampa locale.

 

“Chiederemo l’interrogatorio alla procura di Ancona”, dice all’edizione modenese del Resto del Carlino Gianluca Scalera, legale che difende tre dei presunti componenti della ‘banda’ dello spray, ovvero Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddada. “Stiamo valutando se presentare istanza di Riesame”. I suoi assistiti finora hanno fatto dichiarazioni spontanee prendendo le distanze dal resto degli indagati (Ugo Di Puorto, Raffaele Mormone, Badr Amouiyah e il ‘nonno’ Andrea Balugani). L’intenzione di riferire agli inquirenti che hanno coordinato le indagini, secondo la Gazzetta di Modena, è anche la linea degli altri indagati. Fino a ieri pomeriggio in Procura non era arrivata ancora nessuna richiesta. Ad Ancona dovrebbero arrivare (da Modena) i telefonini e i dispositivi informatici sequestrati agli arrestati e che verranno sottoposti ad accertamento tecnico.

 

Più che gli interrogatori sono le intercettazioni a fare terra bruciata intorno a Ugo Di Puorto, il figlio del ras dei Casalesi Sigismondo (per tutti Sergio), accusato di aver spruzzato lo sprai urticante dando via all’inferno nella discoteca Lanterna Azzurra a Corinaldo. Cavallari e Akari a più riprese dicono che “è stato lui” e in una telefonata lasciano intendere che anche le forze dell’ordine sono a conoscenza di questa verità. “Loro lo sanno che è stato lui a spruzzare, andrà all’inferno”.

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