Lo studente americano ha confessato: “Ho ucciso io Mario”

 

L’aggiornamento

Somma Vesuviana. Ha confessato l’omicidio del carabiniere ucciso la notte scorsa a Roma uno dei due studenti americani fermati: si tratta del giovane con i capelli mesciati apparso in una foto e ripreso da alcune telecamere. Al termine di un interrogatorio fiume insieme al coetaneo ritenuto suo complice, il 19enne ha ammesso le proprie responsabilità affermando di essere lui l’autore materiale dell’accoltellamento del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.

Tra le novità emerse dalle ultime ore sembrerebbe che i due fermati per l’omicidio, entrambi 19enni, non appartengano alla John Cabot University A riferirlo sono fonti investigative.

Il lancio precedente

Somma Vesuviana. Due persone sono state fermate nell’ambito delle indagini sull’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, accoltellato a morte stamani a Roma nel corso di un servizio contro un tentativo di estorsione. I fermati sono cittadini americani.

Il vicepremier Luigi Di Maio, a quanto si apprende, parteciperà ai funerali del carabiniere Mario Cerciello Rega presso la chiesa di Santa Croce in Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana.

Il dolore di Somma

Le lacrime del sindaco sono quelle di una intera comunità. Salvatore Di Sarno, primo cittadino del comune dove era nato Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma, era amico personale del militare e della sua famiglia. Li aveva incontrati per l’ultima volta un mese e mezzo fa, quando Mario si era sposato nella ‘sua’ Somma Vesuviana: “Un giorno di gioia immensa, per lui e per noi tutti. E ora questa tragedia assurda”. Dolore e rabbia: un cugino del carabiniere si sfoga sui social contro gli assassini, “bastardi maledetti, vi ammazzo”. A Somma i parenti di Mario si chiudono nel silenzio. Lo zio materno risponde al telefono, ma riattacca appena capisce che a chiamare è un giornalista. Un centinaio tra familiari e amici accorrono a Roma, nella camera mortuaria del Santo Spirito, per stringersi intorno alla madre e alla giovane vedova Rosa Maria, straziata e incredula.

“Me lo hanno ammazzato”, ripete, mentre la moglie di un altro carabiniere prova a confortarla. Innumerevoli i messaggi di solidarietà e cordoglio fatti pervenire al municipio di Somma Vesuviana, dove il primo cittadino espone le bandiere a mezz’asta e proclama il lutto cittadino per il giorno dei funerali. “Mario era un ragazzo solare – racconta il sindaco Di Sarno, militare della Guardia di finanza – bello dentro e fuori. Un ragazzo umile, che sin da giovane ha dovuto affrontare mille difficoltà. Il suo papà è morto quando lui era appena 18enne, e Mario si è dato da fare per aiutare la famiglia, sua mamma, suo fratello e sua sorella. Ha sempre lavorato, e quando era libero si dedicava all’orto di casa. Sono stato al suo matrimonio, era felicissimo ed emozionato. Non posso credere che oggi non ci sia più”. Il vicebrigadiere lavorava da tempo a Roma, ma tornava a Somma Vesuviana appena possibile per incontrare la madre, i fratelli e gli amici. “Occasioni in cui la masseria di famiglia risuonava di risate”, ricorda un dipendente di una azienda per la produzione di frutta secca dove Mario trovò lavoro, da giovanissimo, prima di entrare nell’Arma. In questa cittadina il carabiniere sognava di acquistare una casa dove abitare, un giorno, con moglie e figli. Un mese e mezzo fa, fra Casimiro Sedzimir aveva celebrato le nozze di Mario e Rosa Maria nella parrocchia di Santa Croce, quella dove il vicebrigadiere era cresciuto e aveva ricevuto tutti i sacramenti. La stessa chiesa che ora ne attende il feretro per l’ultimo abbraccio, lunedì mattina, al “ragazzo d’oro” che tutti piangono.

 

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