Servizio rifiuti, il Pd di Recale: “Non si tagliano i costi sulla pelle dei lavoratori”

RECALE. Mentre i cittadini aspettano ancora una risposta sugli errori commessi dall’amministrazione nel calcolo delle bollette Tari 2018 e 2019, una nuova crisi si è abbattuta sulla cittadina della torre: l’immondizia è di nuovo stata lasciata per strada e l’isola ecologica giace abbandonata sotto cumuli di rifiuti. Nonostante le salatissime tariffe a cui sono sottoposti i recalesi, addirittura più alte del dovuto, proprio non si riesce a garantire un servizio decoroso. E, quel che è peggio, l’amministrazione continua a lasciare i cittadini privi di qualsiasi informazione: il contratto con la vecchia ditta è scaduto da ben sette mesi, e non si hanno notizie su quando si concluderà la nuova gara d’appalto. Lo scorso weekend l’amministrazione guidata dal sindaco Porfidia, in attesa della conclusione della gara, ha deciso di interrompere unilateralmente il rapporto con la vecchia ditta, affidando in via temporanea ad un nuovo soggetto il servizio di raccolta rifiuti. Sembrerebbe una buona notizia per l’igiene cittadina. Ma non lo è. Per una scelta inspiegabile, nel provvedimento si nasconde una severa batosta ai danni dei lavoratori, che già subiscono intollerabili ritardi nel pagamento degli stipendi: alcuni di loro vedranno drasticamente ridotte le ore di lavoro.

 

 

«È stata una decisione scellerata  – tuona il segretario cittadino PD Michele Lasco – che, a meno di smentite, gli amministratori hanno condiviso unanimemente. Ridurre l’orario di tre operatori ecologici da cinque a tre ore crea ulteriori difficoltà a persone che devono ancora ricevere due stipendi e la quattordicesima, e non serve certo a migliorare il servizio, è un gesto davvero insensato. Ancora più vergognosa, poi, è l’imbarazzante spiegazione non ufficiale affidata ai mormorii degli ambienti vicini all’amministrazione: la ditta, più di un anno fa, avrebbe migliorato il profilo contrattuale dei tre addetti senza avvisare il Comune! Se questa versione fosse confermata, potrebbe solo certificare che i consiglieri di maggioranza approvano i provvedimenti al buio, senza sapere cosa stanno esaminando. Ma i nostri amministratori, quando hanno emesso le buste paga di marzo, aprile e maggio, non si sono accorti di nulla? E cosa credono di avere approvato con gli ultimi due Piani finanziari tari? Forse pensavano che la voce “spese per il personale” contenesse patate? In realtà, invece, hanno già emesso le bollette Tari calcolando che i tre lavoratori in questione venissero pagati per cinque ore per tutto il 2019. E poi salta fuori che da oggi in poi li pagheranno a tre ore… Ma stiamo scherzando? Oltretutto, se il taglio degli stipendi è stato fatto per ridurre di pochi euro le bollette del prossimo anno, hanno proprio sbagliato di nuovo i conti: sarebbero veramente una miseria in confronto ai 150.000 euro in più che ci hanno fatto pagare per gli errori di calcolo degli ultimi due piani finanziari! Noi proprio non riusciamo a trovare una motivazione sensata o un obbligo qualunque per giustificare la scelta di ridurre ore e stipendio a questi tre lavoratori. Ne chiediamo l’immediata reintegrazione a cinque ore giornaliere – conclude il segretario PD  – evitando a loro di dover ricorrere al giudice per difendere un diritto evidente, e ai cittadini di dover sostenere i disagi di un’ennesima vertenza. Attendiamo comunque fiduciosi che, in nome della correttezza e della trasparenza, il sindaco Porfidia e gli amministratori rendano pubbliche le motivazioni che li hanno indotti a questa scelta».

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