Ginevra fa cadere il latte sulla tovaglia, così è scattato il terribile raptus. Erano appena tornati da vacanza

Caserta. Erano appena tornati da una vacanza in Cilento. Lui, Salvatore Narciso; lei, Agnese, e la piccola Ginevra, la bimba diventata ora un angelo dopo aver subito la morte più ingiusta e assurda che si possa concepire. Domenica i tre erano rientrati da Agropoli, ma il clima all’interno del nucleo familiare non era sereno. Le liti erano frequenti, ma nessuno avrebbe immaginato che la follia di Narciso sarebbe scattata all’improvviso.

L’ultima cosa che ha fatto la piccola Ginevra, 16 mesi appena, prima del tragico volo è stata quella di far cadere il latte sulla tovaglia. Secondo quanto emerso dalle testimonianze, il 35enne avrebbe deto alla moglie di lavare la tovaglia. Appena Agnese si è allontanato, lui ha preso la bimba e messo in atto un’azione impossibile perfino da concepire. Ginevra è stata lanciata dalla finestra delle scale al secondo piano, trovando la morte. Suo padre l’ha seguita poco dopo, ma è vivo.

A San Gennaro Vesuviano, dove è avvenuta la tragedia, in pochi ricordano Salvatore, ma in molti conoscono la nonna di Ginevra, che è stata assessore alle Politiche Sociali una decina di anni fa. “Bravissime persone – hanno spiegato all’Ansa alcuni avventori di un bar – le figlie sono entrambe laureate. Tutti gentili, se li incrociavi salutavano. La mamma della bambina non la si vedeva spesso. E’ medico, una tragedia quella che è successa. Dove l’avrà trovato a quello lì? Non doveva morire la bambina, doveva essere il contrario”. “Perché non l’hanno ancora arrestato? – chiede qualche donna – dicono che ora rischia di restare paralizzato. Ma devono metterlo in galera e buttare via la chiave. Uccidere una bambina, sua figlia. Che schifo. Ha distrutto tutta la famiglia, e ha sconvolto il paese. Non era mai avvenuto un fatto così tragico”. Tutti ripetono la stessa parola detta da Agnese, straziata dal dolore: “Quell’uomo è un mostro. Ha ragione la moglie”

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