Maddaloni. Ecco il quadro della definitiva della sentenza emessa ieri sera dalla terza sezione della Corte di Appello di Napoli
Antonietta Ciardiello: pena rideterminata a 7 anni (assolta per un capo di imputazione
Salvatore Cioffi: condana rideterminata a un anno e quattro mesi con pena sospesa
Michele Di Caprio: condanna rideterminata a 6 mesi per continuazione (prescrizione per un altro reato)
Nicola Loffredo: pena rideterminata a 10 anni e 6 mesi
Giovanni Maiello: assolto
Valerya Petrova Markova: condanna rideterminata a 2 anni (con pena sospesa)
Giuseppe Martino: condanna rideterminata a 9 anni e 6 mesiù
Francesco Merola: assolto per non aver commeso il fatto
Ciro Micillo:: pena rideterminata a 6 anni e 8 mesi
Francesco Pisanti: rideterminata in 6 mesi (si aggiunge a una condanna per 5 anni precedente)
Maria Rosaria Vitale: rideterminata aun anno e 4 mesi (prescrizione per un capo)
Domenico Loffredo: condanna confermata
Michele Cerreto: condanna confermata
Maddaloni. Pene rideterminate, condanne diminuite e qualche assoluzione eccellente. E’ stata una sentenza per molti versi a sorpresa quella emessa pochi minuti fa per 13 persone coinvolto nel processo sulla mala maddalonese. Tra le assoluzioni più rilevanti quelle di Giovanni Maiello e Francesco Merola (difesi dall’avvocato Michele Ferraro) per il quale il procuratore generale aveva invocato rispettivamente 8 e 5 anni.
Se la cavano con poco anche Michele Di Caprio e Francesco Pisanti che prendono 6 mesi per la continuazione con una precedente senteMza. Pena rideterminata anche per un personaggio chiave dell’inchiesta, Ciro Micillo, al quale sono stati inflitti 6 anni e 8 mesi a fronte di una richiesta di 10 anni.
Gli imputati, 13 in tutto, sono accusati, a vario titolo, di concorso in associazione per delinquere di stampo mafioso, plurime condotte estorsive, reati inerenti le armi, associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, alla detenzione ed allo spaccio di stupefacenti; delitti, questi, aggravati dal fine di agevolare un clan camorristico, quello appunto dei Belforte
L’articolazione del clan, smantellata nel corso dell’operazione del 2014 della Squadra Mobile di Caserta , era attiva a Maddaloni, Cervino, Valle di Maddaloni e Santa Maria a Vico e, originariamente, faceva capo ad Angelo Amoroso, ucciso in un agguato il 24 maggio del 2006, per poi passare sotto la guida di Antonio Farina e Nicola Martino, sino al giorno del loro arresto, avvenuto nel 2009. In particolare, le investigazioni hanno riguardato gli assetti del cartello camorristico dal 2006 al 2014, svelandone le attività criminali poste in essere sul territorio. Relativamente al delitto delle estorsioni, un determinante contributo veniva fornito dal sequestro di alcuni appunti riportanti nominativi e cifre chiaramente riferibili ai ratei richiesti dall’organizzazione a imprenditori e commercianti della zona; appunti sequestrati dalla Squadra Mobile a gennaio del 2011.